Proroga di 3 anni alla sperimentazione animale per dipendenze e xenotrapianti

Nello scorso aprile abbiamo esposto il nostro disappunto, come specialisti nelle dipendenze patologiche, sulle nuove norme che avrebbero impedito nel nostro Paese la sperimentazione animale in questo settore (campo di ricerca in cui l’Italia eccelle, grazie alle scuole universitarie di farmacologia di Cagliari, Siena, Roma, Milano etc., che hanno posto le basi per svariati efficaci farmaci ad esempio nell’alcolismo).

Adesso giunge una notizia parzialmente positiva su questo fronte, perché grazie all’approvazione in Commissione Affari Costituzionali di un emendamento presentato dai senatori De Biasi, Cattaneo ed altri, approvato a maggioranza Pd-Ncd-Forza Italia-Gal-Autonomie (contrari Sel-Misto-M5s),  si è ottenuta una proroga di tre anni che consente di continuare a lavorare sui progetti in corso. Contraria la Lega Anti Vivisezione (LAV) che annuncia manifestazioni pubbliche.
Erano stati chiesti cinque anni di proroga, ma la scelta dei parlamentari in commissione è stata di mediare tra le esigenze della ricerca e le richieste delle associazioni contrarie.

Sarà comunque difficile iniziare altri progetti, perché comprimere la ricerca scientifica nei tempi di tre anni non è cosa accettabile a fronte degli sforzi da compiere e delle direzioni non prevedibili a priori che si presenteranno. Peraltro, se per il legislatore tre anni per approvare una legge sono spesso pochi, e ci sono normative necessarie che da decenni vengono tenute nei cassetti, esposte all’ostensione mediatica per qualche giorno e poi infilate nuovamente nei cassetti (e si tratta semplicemente di scrivere e mettersi d’accordo), come si può pretendere che la ricerca sulla fisiopatologia del cervello e sulle terapie dichiari tempi certi e brevi, tagliati col coltello?

Congratuliamoci quindi per la notizia non cattiva, e speriamo che la razionalità continui ad illuminare i legislatori fra tre anni alla scadenza della proroga.

Articolo del Sole 24 Ore del 15-2-2017

 

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