Cosa mi viene in mente in merito al discorso di Giorgia Meloni

Alcune mie personalissime riflessioni sul discorso di Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio, in occasione della giornata del 26 giugno del 2023, “International Day against Drug Abuse and Illicit Trafficking” , in Italia “Giornata Mondiale Contro le Droghe”.

Dice Meloni verso l’inizio“Si è preferito tenere i riflettori spenti sul tema della droga” e non mi pare che corrisponda al vero, considerato che meno di due anni fa è stata organizzata dal Governo e tenuta, come da obbligo normativo, la VI Conferenza Nazionale sulle Dipendenze , ed è stato sviluppato il PAND, Piano d’azione nazionale sulle dipendenze . I lavori, a cui hanno partecipato moltissimi professionisti insieme con persone direttamente interessate perché usano droghe, non sono stati né brevi né facili, e ignorarli come se non fossero mai avvenuti non mi sembra gentile nei confronti di chi ha donato gratuitamente il proprio tempo e la propria esperienza professionale e di vita. Il fatto che sia stato organizzato da un altro Governo non cambia la sostanza delle cose: se non si è d’accordo con il metodo e le conclusioni lo si dice e lo si motiva, ma negare che esista non mi pare accettabile.

Dice Meloni più avanti, dopo una parentesi filosofica ed un rifiuto dell’ipocrisia “la droga fa male sempre e comunque” ; “le droghe fanno male tutte” ed in linea di massima si può essere d’accordo, anche se ovviamente si tratta di una semplificazione tagliata con l’accetta (perché poi c’è da ammettere l’evidenza che dipende dalla modalità d’uso, dalla persona e dal momento visto che la maggior parte delle droghe sono o sono state anche farmaci che come tutti i farmaci hanno effetti indesiderati; e che se è vero che fanno male tutte, non tutte fanno male nello stesso modo, con la stessa gravità, e per tempi paragonabili. E tra le droghe dovrebbero essere messe ai primi posti l’alcol e il fumo, per motivi chiarissimi a chiunque. Ma queste complessità sono assenti nei discorsi politici, purtroppo, e i produttori di generi di monopolio non si possono toccare neppure con un petalo di un fiore).

Viene poi un inciso sull’aumento nel tempo del principio attivo della cannabis, un argomento frequente per chi è contrario alla regolamentazione della sua disponibilità e del suo consumo. In effetti, la “ferrea legge della proibizione” (Iron law of prohibition) formulata da Richard Cowan nel 1986, prevede che “con l’intensificarsi dell’attività di contrasto, aumenta la potenza delle sostanze proibite” per motivi di marketing e di logistica: è quel che è successo nel Nordamerica, con l’avvento di oppioidi più potenti e pericolosi della vecchia eroina, come il fentanil, ed è quello che avviene con la cannabis, con la selezione di ceppi più ricchi di principi attivi, e – in maniera molto molto più pericolosa – con la diffusione dei cannabinoidi sintetici (o cannabimimetici). Diciamo che un mercato regolato forse potrebbe arginare questo fenomeno, calmierando e controllando i principi attivi, ma va verificato caso per caso, area per area, periodo per periodo. Non tutti saranno d’accordo: pazienza.

Più avanti Meloni dice “Una politica seria che ai giovani non riesce a dare risposte adeguate sull’istruzione, a dare risposte adeguate sul lavoro, a garantire il merito, a offrire opportunità, che non riesce a stare loro accanto e che in cambio dice “Vabbè però fumati una canna” non sarà mai la mia politica. In verità non ho mai sentito di politici che proponessero spinelli al posto di istruzione, lavoro, merito e opportunità. Diciamo che è una figura retorica, non so precisamente quale. Comunque bene, mi attendo dal Governo Meloni le risposte adeguate di cui ha fatto menzione, e che sicuramente sarà in grado di assicurare ai giovani.

Continua Meloni “Il messaggio che vogliamo lanciare oggi è che lo Stato intende fare la sua parte per combattere un fenomeno che è fuori controllo“. Giusto, dico io. La mia regione, la Sicilia, è invasa dal crack, per esempio, completamente fuori controllo. A Venezia c’è un tasso di mortalità da overdose di eroina completamente fuori controllo. Mi attendo che lo Stato faccia la sua parte.

Mentre attendo, vedo che lo Stato ha finanziato questo spot, con il commissario tecnico della nazionale Mancini e tre ragazzini . Devo dire che mi aspettavo qualcosa di più incisivo per combattere un fenomeno che è fuori controllo.

Però magari è l’inizio, e io attendo fiducioso per esempio che il Governo in sede di Conferenza Stato-Regioni ottenga dalle Regioni la piena copertura della pianta organica dei SerD, se possibile sulla base del vigente DM 444/90 che la definisce qualitativamente e quantitativamente, assicurando alle Regioni finanziamenti – vincolati – per tale adeguamento. Sarebbe un ottimo sistema perché lo Stato facesse la sua parte per combattere un fenomeno che è fuori controllo, considerato che i SerD sono allo stremo delle forze perché il personale, per via dei pensionamenti, si è ridotto al di sotto del minimo compatibile con un funzionamento sicuro e dignitoso.

Attendo altresì che il Governo, sempre nella Conferenza Stato-Regioni, non tolleri ulteriori ritardi da parte delle regioni inadempienti che non hanno ancora legiferato in merito alla applicazione concreta dei Livelli Essenziali di Assistenza sulla Riduzione del Danno (che sono Legge dello Stato). Molte regioni detto in parole povere se ne fregano altamente. Se c’è gente che si ammala e muore è pure colpa loro che avrebbero dovuto erogare un servizio e non l’hanno fatto. Ora, io lo so che i metodi della Riduzione del Danno sono indigesti alla maggior parte dei politici, che li confondono con un invito ad usare droghe. Magari individualmente lo sanno che non è così, che è semplicemente aiutare a non farsi male, assicurare un futuro, e che oltre a risparmiare vite umane si risparmiano soldi di assistenza sanitaria; ma temono che l’elettorato di riferimento non capirebbe e li prendesse per traditori. L’elettorato vuole la faccia feroce. Ogni tanto però bisognerebbe fare quello che è giusto, non quello che serve per le prossime elezioni. Almeno ogni tanto. Io attendo.

Poi vabbè, fa esempi, e dice che devono invertire la rotta e che hanno le idee chiare. Amplieranno le competenze del Dipartimento per le Politiche Antidroga, che finora evidentemente è stato frenato da competenze insufficienti; e istituiranno “un fondo autonomo che sia dedicato a tutte le dipendenze patologiche” il che è un’idea ottima, visto che il passaggio dei fondi che una volta c’erano, cioè i fondi del DPR 309/90, sotto l’ombrello della legge 328 del 2000, con gestione da parte degli enti locali, ha praticato azzerato tutti i progetti sociali, culturali, di avviamento al lavoro che una volta si facevano e che davano buoni risultati, ed oggi in epoca di crack sarebbero una mano santa, anche per realizzare gli unici programmi che hanno dato solide prove di efficacia nella dipendenza da cocaina, e cioè i programmi di contingency management.

Continua Meloni “è un lavoro che vogliamo fare con chi quel lavoro lo fa ogni giorno, con chi ha molto da insegnare alla politica, perché vive sul campo con la propria esperienza un fenomeno che è in costante evoluzione e che deve essere ogni giorno studiato e sul quale ogni giorno c’è bisogno di aggiornamento” ; vogliamo “rimettere al centro la persona umana e rimettere lo Stato, le istituzioni, i servizi, ad ascoltare i bisogni delle persone con un approccio che inevitabilmente deve essere multidimensionale, multidisciplinare”. Benissimo! Collaboriamo. Ascoltateci. Tutti. Non solo noi dei Servizi che di rado, effettivamente, abbiamo visto un minimo di interesse da parte della politica, che quasi sempre (con pochissime lodevoli eccezioni) ci riduce a un luogo comune che non siamo. Ascoltate anche i destinatari delle azioni, le persone che usano droghe, “i bisogni delle persone”, per come sono, nella loro pluralità e tramite le loro associazioni, senza la mediazione di alcun tipo di esperti (che hanno spesso una loro agenda non coincidente con quella della popolazione).

Parla poi della cultura dello scarto. “I tossicodipendenti sono stati trattati come scarti quando era dimostrato che un tossicodipendente è un malato perfettamente curabile e che dopo un percorso di recupero può essere restituito alla società come persona che ha qualcosa da insegnare agli altri.” Nulla da eccepire. Ovviamente da applicarsi a chi ha contratto una dipendenza patologica secondo criteri ben definiti (ad esempio per la cannabis, 9% di chi ne fa uso, fonte DSM5). Gli altri potranno percorrere il percorso che meglio credono senza interferenze esterne, giusto?

Poi viene un pezzo sul Governo che vuole preservare l’unicità delle persone, mettere le persone al centro, accompagnare i giovani, la responsabilità delle Istituzioni, la solidarietà, tutto ancora ineccepibile.

Poi il pezzo contro le serie che raccontano gli spacciatori come fossero eroi. Non guardo TV e non mi sento quindi di esprimermi ma mi chiedo se ce ne siano davvero. Attendo delucidazioni. Io me la sarei presa con la trap invece, bersaglio nazionale molto più alla portata, ma si vede che è perché mia figlia è adolescente e mi dolgono i timpani.

Finisce con un ringraziamento a chi ha smesso di fare uso di droghe e si impegna nella riabilitazione. Infine dice a loro e a tutte le associazioni, agli operatori che operano in questo campo che non sono più soli. Fine.

Non è un discorso terribile, non ci sono minacce né sfracelli. Neppure grosse novità. Ho amici che lo vedono male, come una specie di dichiarazione di guerra. Io non credo.

È un consueto discorso di circostanza da parte di un’autorità politica che ha altre mille faccende enormi da seguire. Passata da tempo la cinquantina, ne ho sentiti tanti. Io passerei avanti.

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