SITD compie 30 anni

 

Sono trascorsi trent’anni da quando un gruppo di temerari, pionieri all’epoca, fondarono a Cagliari, il primo marzo del 1990, la Società Italiana Tossicodipendenze, che oggi rappresenta la più antica e blasonata Società Scientifica nella disciplina delle Dipendenze. Ecco i nomi:

Avico Ustik, Direttore del Laboratorio di Biochimica Clinica dell’ISS;

Castrogiovanni Paolo, prof. Ordinario di Psichiatria;

Fratta Walter Prof. Ordinario di Farmacologia;

Guelfi Gian Paolo Medico Responsabile Ser. T.;

Gessa Gian Luigi Prof. Ordinario di Farmacologia;

Manconi Paolo Emilio, Prof Ordinario di Medicina Interna;

Marmo Emilio Prof. Ordinario di Farmacologia:

Morittu Salvatore Sacerdote e Psicologo;

Tagliamonte Alessandro Prof. Ordinario di Farmacologia;

Vaccari Andrea Docente Universitario.

La narrazione di trent’anni di storia, comporta ripercorrere un tratto importante di vita vissuta, rivivere momenti belli e momenti meno entusiasmanti, ricordare le persone che purtroppo non sono più tra noi e i fatti che, tutti assieme, hanno contribuito a “fare” la storia di questa Società Scientifica. Richiamare alla memoria i personaggi che hanno fatto la storia della Società significa far memoria dell’impegno allora profuso per far nascere la SITD. Tempi non facili, carenti di risorse, ma non certamente di valori. E sono stati proprio questi valori, la solidarietà, la disponibilità, la gratuita, l’altruismo, la generosità (infatti nello Statuto Sociale, fu stabilito che l’Ente non avesse fini di lucro), uniti all’entusiasmo di creare qualcosa di utile per la società, a gettare basi solide della SITD. Proprio come dimostrano questi trent’anni anni di storia fu stabilito che la SITD perseguisse unicamente finalità di carattere scientifico, culturale e sociale.

Un traguardo, quello del trent’anni, che è un’occasione per riflettere sul passato, ma anche per guardare più lucidamente al futuro. In questi ultimi anni siamo cresciuti molto abbiamo superato di molto la soglia dei seicento soci, davanti a noi si è aperta una strada ampia che continuerà a darci la possibilità di lasciar crescere i nostri giovani, nel segno dell’innovazione e dell’esperienza.

Penso a quante energie e risorse spendiamo, per comunicare quanto sia importante costruire insieme la cultura scientifica. Ma e anche vero che mai è venuto meno quell’entusiasmo e quella passione che forniva un valore aggiunto all’impegno sociale. Nello statuto della Società è specificato che possono accedere alla SITD tutte le figure professionali che si occupano di dipendenze ed è proprio per il suo assetto multidisciplinare, scientifico e polifunzionale che SITD è giunta allo straordinario traguardo dei 30 anni di instancabile attività. Alla Presidenza della SITD si sono alternate nel tempo figure illustri della Farmacologia e Psichiatria Italiana: Gian Luigi Gessa, scienziato di fama mondiale, medaglia d’oro alla Sanità, ricevuta dal Presidente della Repubblica e dal Ministro della Salute, Alessandro Tagliamonte, anch’egli scienziato di fama mondiale e uno dei maggiori esperti a livello internazionale di dipendenze, che purtroppo non è più tra noi, Gian paolo Guelfi Responsabile Ser. T. e Docente Universitario, sicuramente tra i più stimati della penisola anche per le Sue doti di Docente, Pier Paolo Pani, Psichiatra con riconoscimenti internazionali, ha ricevuto il premio Dole-Nyswander e stimato Docente, Icro Maremmani, Psichiatra, tra i più qualificati nel campo delle Dipendenze a livello mondiale, è stato il primo non americano a ricevere il premio Dole-Nyswander. Tutti hanno contribuito a dare impulso scientifico e divulgazione clinico pratico alla disciplina. Altro fiore all’occhiello della SIDT è la “Rivista sulle Tossicodipendenze, fondata da Gian Luigi Gessa nel 1993, che si è evoluta nel 2010 in Medicina delle Dipendenze (MDD) “Italian Journal of Addiction”.

La Società Italiana Tossicodipendenze (SITD), nei trascorsi 30 anni di percorso si è sempre distinta con molteplici attività, promuovendo la cultura scientifica nel campo dell’Addiction che spazia dalla ricerca preclinica alla clinica, alla prevenzione e alla riabilitazione. Abbiamo costruito un sito internet che in pochi anni si è imposto sia all’attenzione nazionale che internazionale.

Ripercorrere questi trent’anni e indicare tutti i risultati raggiunti non è una cosa da poco e credo che fare una lista di tutti gli obiettivi raggiunti, è sì importante ma appesantirebbe troppo l’esposizione.

La grande conoscenza che la SITD promuove e condivide è testimoniata dagli innumerevoli eventi che la Società stessa promuove. Facta non verba, infatti, “I Convegni Nazionali”, promossi appunto a livello nazionale, che trattano la ricerca di base, la ricerca clinica, la prevenzione, la diagnosi, le terapie sia esse farmacologiche che psicoterapiche e la riabilitazione. Non mancano, poi, alcune pubblicazioni scientifiche su riviste con impact factor. Tanto lo spazio riservato ai giovani professionisti con un premio annuale in occasione dei convegni. Abbiamo costituito, come da statuto, numerosi Gruppi di Interesse Nazionale che si occupano di tutte le tematiche delle Dipendenze, per esempio siamo risultati vincitori di Progetti Europei. Tra le finalità della Società c’è il grande impegno nei confronti della salute e del benessere dei cittadini, che passa attraverso un rinnovato impegno dei professionisti della salute, con uno sguardo fisso alla formazione scientifica e all’organizzazione e la promozione di numerosi convegni interregionali.

Luigi Stella, MD, PhD
Presidente SITD

 

5 pensieri riguardo “SITD compie 30 anni

  1. Mariagrazia Fasoli ha detto:

    La società venne presentata a Roma all’Istituto Superiore di Sanità nel novembre dello stesso anno. Il professor Avico (che in teoria con le dipendenze non c’entrava niente) per anni, a partire almeno dal 1982, ospitò all’Istituto Superiore di Sanità operatori di tutta Italia, cattedratici e ricercatori in un appuntamento annuale che, tra l’altro, fu utilissimo per preparare, tecnicamente e culturalmente, uno dei maggiori successi mondiali nel campo della salute pubblica: il contenimento dell’AIDS in Italia che, partendo dai tossicodipendenti per via venosa, maschi e femmine, che si prostituivano, era ben piazzata per fare stragi ben maggiori di quelle che poi ci furono. La SITD fu il frutto di questa politica culturale perchè portò, unico caso allora, il mondo dell’Università e della ricerca a diretto contatto con la clinica e con l’assistenza. Anche in ambito assistenziale, infatti, nulla è che più ci inganna che il nostro giudizio (non è mia è di Leonardo da Vinci) ed il metodo scientifico non è un giochino per fare pubblicazioni utili solo a far carriera ma l’unico sistema per ridurre i danni e massimizzare i vantaggi dei nostri imperfetti interventi. Tanti bambini nati in quegli anni, e nati sani, tante famiglie che senza saperlo hanno evitato enormi drammi non sapranno mai chi ringraziare. Ma noi sì!

    1. Sestio ha detto:

      La gratitudine è un sentimento sano e costruttivo che meriterebbe migliore diffusione.
      Magari anche presso gli utenti dei SerD, nell’auspicio che venga trasmessa e manifestata con comportamenti adeguati e coerenti rispetto a quelli per i quali la collettività dà mandato ai servizi.
      I canali di diffusione dell’infezione da HIV sono radicalmente cambiati dal 1982 a oggi.
      In ogni caso, prevenzione e trattamento dell’AIDS sono cosa altra, per quanto importante e a volte attigua, rispetto alla dipendenza in sè e per sè.
      Grazie per le info, per l’impegno e per l’attenzione.

  2. Sestio ha detto:

    Che poi, scusatemi, a rischio di sembrare ancora indisponente, che senso ha intestare un premio (vantandone l’assegnazione) a delle persone che – in altre epoche – hanno assimilato la tossicodipendenza al diabete e al suo trattamento?
    Mi permetto questa ulteriore benevola critica perchè penso che la comunicazione sia un fatto importante.
    Personalmente la questione farmacologica non mi interessa di per sè, nè per quanto riguarda l’insulina, né per ciò che concerne gli oppiacei; in linea di massima penso che le scelte e le responsabilità prescrittive dovrebbero essere pieno ed esclusivo appannaggio dei medici, per tutte le cataegorie di farmaci, con meno pastoie e filtri possibili e con piena responsabilità ad ogni livello (morale, professionale, giuridico).
    A me interessano le modalità di verifica degli esiti a breve, medio e lungo termine dei trattamenti di ogni tipo (farmacologici, psicologici, socio-educativi). Ed essendo venuto a contatto con molte persone col problema (attuale o pregresso) della dipendenza e loro familiari, so che molto spesso non si tratta di sprovveduti, ma di persone, per quanto problematiche, perfettamente in grado di distinguere fra diabete e TD.
    Magari a fronte della STRANA sovrapposizione storica potrebbero trovarsi disorientati e sfiduciati, piuttosto che motivati.
    Almeno, io la penso così…
    Con tanti auguri di Buone Feste…!

    1. Le auguriamo buone feste anche noi (mi permetto di parlare a nome della Società).

      Da qui in poi parlo a titolo personale.
      Mi creda, ho visto tanta gente sollevata riacquistare fiducia nel momento in cui la sua condizione viene riconosciuta anche nella sua concretezza materiale, legata alla chimica di cui siamo fatti. Essere disorientati o essere sollevati a me pare dipenda dall’immagine che si ha della vita, della mente, del corpo e di sé. Non dubito che per tanti ammettere di essere fatti di materia, di cellule, di molecole, e riconoscere che in parte ciò che si è si vuole e si agisce dipende da esse può risultare intollerabile, ai limiti dell’offensivo. Non è è così per tutti. Io personalmente vedo in ciò una grande meraviglia, ad esempio.

      C’entrerà col diabete? Con l’uso di sostanze? Con la loro analogia. Ognuno decida.

      Le rinnovo gli auguri per le festività, stavolta personalmente. E grazie di seguirci.

      1. Sestio ha detto:

        Potrei usare argomenti speculari, ma non avrebbe utilità. Il dilemma mente/cervello rimarrà irrisolvibile. A mio avviso l’unica cosa importante è che le implicazioni delle scelte in materia siano chiare a chi si trova esposto alle convinzioni altrui in materia, che nel mondo non saranno mai univoche. Mi duole dirlo, ma accanto alle persone sollevate, ne vedo anche molte deluse, dalla mera concretezza materiale. Penso che una più approfondita cura della consapevolezza riguardo al tema sarebbe doverosa.

        Tanti auguri di buon anno.anche a voi

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