CRAVING E DISTURBI DA ADDICTION – Milano 4-5 ottobre

 Convegno sezione regionale lombarda: iscrizioni aperte  http://www.letscome3.it/pec-events/craving-addiction/1538643600/

Il craving (to crave=desiderare, bramare) è uno degli elementi trasversali che caratterizzano i disturbi da addiction. Nell’ultima edizione del DSM è stato introdotto come criterio diagnostico in questo gruppo di disturbi.I progressi neuroscientifici hanno permesso di identificarne, attraverso specifiche tecniche di neuroimaging, il meccanismo di azione evidenziando quali siano le aree cerebrali coinvolte nella sua esplicitazione e come siano coinvolti altri network funzionali condizionando, con un effetto a cascata, l’aberrazione di comportamenti, apprendimento e processi metacognitivi che esitano con la reiterazione del consumo. Queste ormai inconfutabili evidenze, presenti anche nei soggetti affetti da Gioco d’azzardo patologico, consentono di identificare il craving come elemento trigger del comportamento di consumo anche nei confronti di “non” sostanze.

La gestione clinica e terapeutica del craving e dei suoi elementi scatenanti è pertanto l’elemento centrale dei programmi di trattamento. La disponibilità di trattamenti farmacologici con effetto di compensazione del craving nei confronti di alcune sostanze (oppiacei, alcol, tabacco) permettono una facilitazione nella gestione clinica e terapeutica, ma, oltre a non essere sempre sufficienti anche in questi casi, per le altre forme di disturbo da consumo e che non hanno alternative farmacologiche è necessario adottare altre opzioni trattamentali.

L’impiego di interventi di decondizionamento da processi cognitivi aberranti può beneficiare dall’apporto terapeutico che i trattamenti di stimolazione cerebrale non invasiva, elettrica e magnetica, stanno mostrando nei confronti del rimodellamento funzionale e cognitivo nei soggetti con patologia. Oltre a questi sono ampiamente utilizzati, ma poco rendicontati, interventi che si basano su addestramento cognitivo attraverso tecniche di neurofeedback o terapie “da esposizione” che impiegano realtà virtuale. Anche gli interventi psicoterapeutici, sempre da considerare come ulteriore intervento a integrazione di quelli farmacologici ed elettrocuetici, sono in grado di sortire effetti favorevoli sul disturbo, sia erogati in modo e sedi tradizionali, di persona presso ambulatori o in ambienti protetti come le Comunità Terapeutiche, sia attraverso la loro somministrazione con supporti tecnologici, mobile o web.

Il convengo intende passare in rassegna la sicurezza e l’efficacia clinica dei vari metodi di intervento terapeutico attualmente disponibili per la gestione del craving in soggetti affetti da disturbo da uso di sostanze o comportamentale.

 

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