Terapia e riabilitazione nelle dipendenze: prospettive e strumenti per un approccio di cura integrato e basato sulle evidenze

Riceviamo da Mauro Cibin e volentieri pubblichiamo questo contributo:

Terapia e riabilitazione nelle dipendenze: prospettive e strumenti per un approccio di cura integrato e basato sulle evidenze

Luciano Pasqualotto *, Alessio Cazzin °, Emmanuele Perrelli ° , Mauro Cibin °

* Università di Verona (lpasqualotto@gmail.com) ° Dipartimento per le Dipendenze, Az. Ulss 3 del Veneto

Fra gli operatori è ormai chiaro che la dipendenza patologica è una problematica complessa che tende ad evolvere verso la cronicità. Ciononostante l’approccio terapeutico comunemente adottato è ancora troppo spesso rivolto ai sintomi, cioè all’uso di sostanze ed alle conseguenze che hanno sulla salute prettamente fisica. Di conseguenza l’obiettivo di cura viene individuato prevalentemente nella cessazione del comportamento di addiction ed al ripristino di condizioni sanitarie accettabili.  Si sente mancare una prospettiva di recovery più complessiva, focalizzata sulla condizione di vita globale della persona, secondo la quale gli obiettivi di astinenza o di controllo dei consumi vanno accompagnati da obiettivi di riabilitazione psico-sociale.

E’ la direzione indicata dal Piano d’indirizzo per la riabilitazione, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni il 10/02/2011, che rappresenta ad oggi il più recente riferimento istituzionale in tema di riabilitazione.  Anche di fronte a patologie croniche, l’orientamento deve essere quello di «far raggiungere alla Persona il più alto livello possibile di funzionamento e partecipazione, in relazione alla volontà della Persona stessa e al contesto, nell’ottica di un reale empowerment».

Nell’ambito delle dipendenze questi pronunciamenti inducono un cambio di paradigma di grande portata. Si intravvede come non sia corretto preoccuparsi dei trattamenti sanitari trascurando determinanti di salute e motivazionali come l’abitare, le relazioni familiari e sociali, l’autosufficienza economica, l’inclusione sociale. Alla riabilitazione psicosociale va riconosciuta una potenzialità terapeutica capace di accompagnare in parallelo i trattamenti sanitari, se non addirittura di anticiparli. Anche le Comunità Terapeutiche sono interrogate nella loro funzione, quando impongono percorsi così lunghi da far perdere ai pazienti le abilità necessarie a condurre una vita quotidiana al pari di ogni individuo adulto.

Sul piano operativo  si delinea un modello in cui diviene necessaria una valutazione bio-psico-sociale dei bisogni al fine di definire percorsi riabilitativi personalizzati basati sulle evidenze.

Uno strumento autorevole ed utile a questi scopi è stato sviluppato a partire dalla Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, introdotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2001, e prende il nome di “ICF-Dipendenze”  (www.icf-dipendenze.it).

Nel Piano d’indirizzo per la riabilitazione si trovano ripetuti riferimenti alla Classificazione ICF, capace di offrire un «linguaggio unificante per conoscere la complessità delle condizioni di salute e costruire un profilo del funzionamento che ne è la base. I suoi tre elementi fondamentali […] danno la possibilità di sintetizzare gli aspetti bio-patologici con quelli individuali, relazionali e ambientali. Ciò conferisce all’ICF la capacità di guidare la valutazione  multidimensionale della Persona e la definizione individuale degli outcome da raggiungere tramite il Progetto Riabilitativo e i suoi interventi».

Tale guadagno operativo è reso possibile proprio dal set di strumenti denominato ICF-Dipendenze, che si  compone di un protocollo per l’osservazione da parte degli operatori, di un questionario per l’autovalutazione del paziente e di due moduli elettronici che generano un profilo di funzionamento e un quadro di comparazione dei dati a distanza di tempo. Non secondariamente, ICF-Dipendenze permette di confrontare le necessità di sostegno percepite dal paziente con quelle valutate dall’operatore sanitario o sociale.  Inoltre ICF-Dipendenze consente un confronto ed una continuità nei percorsi di recovery tra servizi ambulatoriali, comunità terapeutiche e servizi territoriali.

Per approfondimenti si veda il volume a cura di L. Pasqualotto:  ICF-Dipendenze. Un set di strumenti per programmare e valutare la riabilitazione nelle dipendenze patologiche, Erickson, Trento, 2016 (contributi di M. Cibin, P. Carozza, A. Cazzin, E. Perrelli).

http://www.icf-dipendenze.it/

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