L’epidemia da eroina negli USA (9): eroina sudamericana

A partire dal secolo scorso, alcuni paesi sudamericani (in particolare il Messico e la Colombia ed in misura minore il Guatemala) hanno iniziato a produrre sempre più oppio per rispondere alla domanda di eroina da parte degli Stati Uniti. L’eroina sudamericana ha così progressivamente sostituito la più costosa eroina asiatica ed il continente americano è diventato praticamente autosufficiente.

Agli inizi del secolo il Messico produceva soprattutto un tipo molto grezzo di eroina, molto scura, spesso gommosa e scarsamente idrosolubile, il cosiddetto black tar (catrame nero) mentre la Colombia esportava negli Stati Uniti la più apprezzata e ricercata eroina bianca (cloridrato di eroina idrosolubile).

 

Eroina black tar

 

Le rotte del black tar messicano conducevano soprattutto verso gli stati della costa occidentale degli Stati Uniti, mentre la bianca colombiana raggiungeva soprattutto gli stati della costa orientale, seguendo le rotte caraibiche della cocaina, che passano per la Florida  Negli stati più centrali i cartelli messicani e quelli colombiani si sfidavano per la supremazia territoriale.

 

Le rotte dell'eroina sudamericana agli inizi del secolo

 

L’EROINA COLOMBIANA
La disponibilità eroina, prodotta in Colombia è aumentata drammaticamente negli Stati Uniti dal 1993. L’eroina colombiana è disponibile nelle aree metropolitane del nord-est e lungo la costa orientale. Trafficanti indipendenti contrabbandano l’eroina negli Stati Uniti tramite corrieri che viaggiano a bordo di aerei commerciali. Ogni corriere di solito trasporta da 500 grammi a 1 kg di eroina per ogni viaggio. Questi trafficanti hanno aumentato la loro influenza sul rdditizio mercato dell’eroina del nordest, che costiuisce la più grande domanda negli Stati Uniti, perseguendo una strategia di marketing aggressiva. Hanno distribuito eroina di alta qualità (di purezza spesso superiore al 90 per cento), a prezzo inferiore q quello della concorrenza e usato la loro rete di distribuzione impiegata per la cocaina. Le indagini indicano che l’eroina colombiana sarebbe diffusa anche nelle  città americane più piccole.
Dalla metà degli anni 1990, i trafficanti di eroina colombiani hanno diversificato le loro modalità di funzionamento. Sempre più spesso, i trafficanti colombiani contrabbandano eroina dalla Colombia agli Stati Uniti attraverso paesi come Costa Rica, Repubblica Dominicana, Ecuador, Panama, Messico, Argentina e Venezuela. Negli Stati Uniti, i gruppi criminali dominicani hanno svolto un ruolo importante nella distribuzione di eroina al al dettaglio nei mercati del nord-est negli ultimi due decenni. Negli anni novanta, i gruppi dominicani hanno imposto il loro ruolo con la vendita di eroina colombiana di elevata purezza. Attualmente, i gruppi dominicani dominano i mercati di eroina al dettaglio nelle città del nord-est come New York, Boston, Filadelfia. New York è la base principale delle operazioni 1.

L’EROINA MESSICANA
L’eroina messicana è stata una minaccia per gli Stati Uniti per decenni. Essa è prodotta, contrabbandata e distribuita da gruppi criminali dediti al narcotraffico di più tipi di droghe, molti dei quali sono stati in funzione da più di 30 anni. Quasi tutta l’eroina prodotta in Messico è destinata alla distribuzione negli Stati Uniti. Gruppi criminali organizzati che operano dal Messico producono, contrabbandano e distribuiscono l’eroina soprattutto negli Stati Uniti occidentali. Gli immigrati clandestini e i lavoratori migranti spesso introducono l’eroina attraverso il confine USA / Messico, da 1 a 3 kg per volta. Una volta che l’eroina raggiunge gli Stati Uniti, i trafficanti si basano su reti ben radicate di distribuzione per consegnare il loro prodotto sul mercato, principalmente nelle aree metropolitane del Midwest, sud-ovest, e Stati Uniti occidentali, dove il numero di immigrati messicani è considerevole.

 

Eroina messicana

 

Questo era fino a qualche anno fa lo “scenario classico”, che oggi si è modificato ed è ormai in rapida evoluzione: il Messico produce ormai anche esso eroina bianca ed i cartelli messicani dell’eroina controllano ormai la maggior parte del traffico dell’eroina negli USA e già nel 2012 avevano stabilito la loro base in 230 città americane2, in particolar modo in quegli stati dove l’istituzione dei registri informatici delle prescrizioni ha fatto lievitare il costo degli analgesici oppioidi sul mercato nero. La produzione di eroina bianca da parte del Messico è testimoniata anche dall’aumento medio del principio attivo. La svolta nella poduzione da parte dei cartelli messicani ha rivalutato l’immagine dell’eroina messicana fra gli eroinomani americani e l’ha resa concorrenziale rispetto all’eroina colombiana. L’eroina messicana è diventata sempre meno costosa e progressivamente più potente, dal momento in cui gli americani dipendenti da analgesici oppioidi hanno iniziato a cercare una valida e più economica alternativa ai ‘painkiller’. Così, quelli che una volta erano produttori su piccola scala di eroina grezza e di cattiva qualità, si sono trasformati in produttori di eroina bianca di alta qualità, con cui inondare il più grande mercato del mondo di droghe illegali, utilizzando i canali di distribuzione costruiti in passato per la marijuana ed in parte per la cocaina. Da alcuni anni i cartelli messicani controllano anche il mercato illegale del fentanyl, che importano dalla Cina e producono anche in proprio. La produzione di eroina bianca è giustificata, oltre che dalla risposta ad una domanda di maggiore potenza, anche dal fatto che questa i presta ad essere addizionata molto più facilmente col fentanyl, a differenza del gommoso black tar. L’eroina importata negli USA dai cartelli messicani ha ormai superato quella dei colombiani ed il cartello di Sinaloa controlla ormai gran parte del traffico di eroina negli USA. L’eroina messicana e quella colombiana oggi costituiscono, assieme, il 90% di quella circolante negli Stati Uniti. La restante quota è di provenienza asiatica.

Secondo la DEA (National Drug Threat Assessment del 2014), il Messico produce ormai più della metà dell’eroina sequestrata negli Stati Uniti, a fronte del 39 per cento del 2008. I sequestri di oppio e l’eradicazione delle piantagioni di papavero effettuati dalle Autorità messicane sono saliti alle stelle negli ultimi anni. In particolare, i sequestri di derivati dell’oppio in Messico sono aumentati del 500 per cento tra il 2013 e il 2014. Nello stesso periodo l’eradicazione dei campi di papavero è aumentata del 47 per cento ed i sequestri di eroina del 42 per cento. Lungo il confine fra Stati Uniti e Messico i sequestri sono aumentati di tre volte rispetto al 2009.

 

Sequestri al confine messicano

 

Il Messico è conosciuto soprattutto per le sue piantagioni di marijuana, ma il suo ruolo nella produzione mondiale di oppio è meno noto. Eppure il Messico coltiva papavero da oppio fin da prima del 1900 ed è stato per decenni una importante via di transito per la cocaina sudamericana destinata al mercato statunitense.

La maggior parte della produzione di oppio è concentrata nello Stato di Guerrero, situato a nord-ovest del paese ed è stata introdotta dagli immigrati cinesi sul finire del XIX secolo i quali sono stati, per decenni, anche i soli a farne uso, insieme ad ‘artisti e degenerati’. All’epoca dell’approvazione della Harrison Narcotics Act nel 1914, il Messico era in piena guerra civile e controllare la produzione di oppio non era certo una priorità. In questo modo iniziò ad organizzarsi una piccola produzione locale che aveva l’obbiettivo di rifornire il mercato statunitense.

In Messico la coltivazione ed il commercio del papavero da oppio e dei suoi derivati furono messi al bando solo nel 1926. Inizialmente il traffico verso gli Stati Uniti era limitato ed avveniva attraverso le città di confine di Mexicali e Tijuana, successivamente alla messa al bando il volume di traffico aumentò e coinvolse la frontiera in corrispondenza di Tijuana e Ciudad Juarez.

Il commercio verso gli Stati Uniti di derivati dell’oppio provenienti dal Messico esplose subito dopo la seconda guerra mondiale: all’epoca tutta la produzione di oppio messicana era destinata agli Stati Uniti e non vi era ancora evidenza di un problema connesso al loro utilizzo in quel paese, questo ha contribuito al fatto che le autorità messicane tollerassero le piantagioni. A partire dagli anni ’60 il Messico è diventato uno dei maggiori paesi fornitori di droghe illegali negli Stati Uniti, soprattutto marijuana, eroina e metamfetamine.

Nel 1989 uno studio del Centros de Integracion Juvenil documentò un aumento del 700% degli iniettori di eroina in Messico. e questo ha contribuito a modificare l’atteggiamento delle autorità messicane, che hanno iniziato, fra mille contraddizioni, un’attività di contrasto alle piantagioni di papavero da oppio 3.

 

Oppio messicano

 

La produzione di oppio in Messico negli ultimi anni la produzione ha subito un’improvvisa acellerazione ed il Messico è ormai diventato il terzo paese produttore dopo Afghanistan e Myanmar e si stima che produca ormai il 7% dell’eroina mondiale4. La produzione è localizzata soprattutto sulle montagne della Sierra Madre, prospicenti la costa del Pacifico. La modalità di coltivazione del papavero in Messico è singolare e molto diversa da quella dell’Afghanistan. Il papavero viene coltivato dai contadini in piccoli appezzamenti, situati per lo più lungo pendii ripidi e scoscesi oppure sotto gli alberi, per ridurre il rischio di avvistamento dall’alto. Ogni contadino del villaggio coltiva appezzamenti piccoli (alcune decine di metri quadrati o poche centinaia), per ricavarne il reddito necessario ad integrare gli scarsi proventi derivanti dal lavoro della terra. Durante il periodo del raccolto, un incaricato del cartello si stabilisce nel villaggio per alcune settimane ed acquista le piccole partite di oppio prodotte dai contadini. L’oppio così raccolto viene trasferito in città e da qui alle raffinerie, poste in genere nei pressi del confine degli Stati Uniti ed a volte nella stessa sede dei laboratori di metamfetamina. L’eroina viene poi spedita negli Stati Uniti soprattutto attraverso corrieri che trasportano in modo diffuso quantità limitate (1-3 kg).

A differenza di quanto avviene nei cartelli colombiani, i vari gruppi criminali che operano all’interno del cartello non si conoscono e sono in concorrenza fra loro. Questo affinchè, in caso di operazone da parte della polizia, vengano messi in discussione gli affari di quel gruppo e non dell’intero cartello. Questo tipo di funzionamento interno, però, porta anche a frequenti e feroci scontri all’interno dello stesso cartello, con un numero elevato di omicidi. Uno dei campi di battaglia degli scontri è la città messicana di frontiera Ciudad Juarez, che è separata dalla città texana di El Paso dal Rio Grande. Nel 2009 a Ciudad Juarez si sono avuti più di 2500 omicidi, quasi tutti legati al narcotraffico ed alla war on drugs e da allora è considerata la città più pericolosa del mondo. Negli anni successivi i morti sono leggermente diminuiti, ma almeno il 20% degli abitanti nel frattempo si è trasferito altrove e così i tassi di mortalità violenta sono rimasti sostanzialmente invariati.

 

Ciudad Juarez

 

Nel 2015, alcuni giornalisti dell’Associated Press hanno intervistato i contadini di tre villaggi messicani  che stanno alimentando la crescente produzione di oppio. Molti di questi contadini una volta coltivavano marijuana, che rivendevano ai rappresentanti dei cartelli. Oggi coltivano papavero. In Messico, ormai, gli ettari messi a papavero hanno superato quelli in cui viene coltivata la cannabis, di almeno il 40 per cento 5. I motivi per cui i contadini non coltivano più “erba” ma papavero sono semplici. Quando le piante di papavero terminano la fioritura, un contadino armato di un coltellino e di una spatola di metallo, è in grado di raccogliere 300 grammi di pasta di oppio in un giorno, che gli frutta 4.000 pesos (più di 275 dollari). Il prezzo della marijuana, che i contadini tendono a coltivare a quote più basse, invece è crollato, a causa della legalizzazione e della cannabis medica, con marijuana di produzione statunitense, di qualità superiore.  Oggi un chilogrammo di erba messicana essiccata e pressata frutta ai contadini solo circa 250 pesos (circa 17 dollari USA), rispetto ai 13.000 pesos (circa 900 dollari) per chilo di pasta di oppio 6.

In questo modo l’eroina sudamericana si è adeguata alle richieste del mercato americano dopo la grande diffusione dell’abuso e dell’uso medico dei painkiller. L’aumento della produzione di oppio, la riconversione delle piantagioni di marijuana, la produzione di eroina bianca sempre più potente e la riduzione dei prezzi sono la risposta dei narcos al mercato nero degli analgesici oppioidi ed ai costi esorbitanti che questi hanno raggiunto dopo l’istituzione dei registri.

 

  1. http://www.policyalmanac.org/crime/archive/drug_trafficking.shtml
  2. http://www.insightcrime.org/news-analysis/do-mexico-cartels-control-the-usheroin-trade
  3. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2196212/?report=classic
  4. http://www.state.gov/j/inl/rls/nrcrpt/2013/vol1/204050.htm#Mexico
  5. http://www.insightcrime.org/news-briefs/poppy-cultivation-40-greater-thanmarijuana-cultivation-in-mexico-govt
  6. http://it.ibtimes.com/eroina-e-boom-negli-stati-uniti-sale-la-produzione-messico-soddisfare-la-domanda-1387289

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