Effetti psicosociali dell’uso di Internet

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Pubblichiamo con piacere questo contributo della dott.ssa Loredana Di Donato.


La tecnologia moderna ci permette di creare e di configurare universi di esperienze slegati dalle dimensioni materiali; in tal senso si differenzia dal passato dove le scoperte rafforzavano o rendevano più efficace il lavoro fisico e permettevano la conoscenza di “mondi reali”. Le nuove tecnologie invece, espandono la nostra azione su “mondi virtuali”, ampliando in questo modo il concetto stesso di realtà. De Keckhove (1995), ha infatti definito l’odierna tecnologia della comunicazione “tecnologia delle mente o psicotecnologia, in quanto come vere e proprie protesi psichiche, gli strumenti tecnologici attuali consentono di allargare in modo pressochè inesauribile le dimensioni dell’esperienza virtuale, dando libero e facile accesso a interi mondi sensoriali e, in quanto offrono alla mente crescenti opportunità di interagire con realtà non materiali”.

Molto spesso ciò che diviene fonte di piacere non è soltanto il contenuto dell’esperienza raggiunta attraverso la tecnologia, ma il modo che viene impiegato per realizzarla: l’uso di uno strumento e il suo rapporto con esso. Ciò risulta particolarmente vero per gli adolescenti, per i quali il telefonino e il computer tendono ad essere valorizzati e desiderati in sé, al di là, e più delle esperienze e delle dimensioni di comunicazione alle quali consentono di accedere.

A tutto questo bisogna aggiungere che come sottolinea La Barbera (2005) “l’elemento tecnologico sembra frapporsi tra la mente e la realtà, nel tentativo di bonificarla dalla sua gravità e di renderla più ludica”, generando una sensazione di potenziamento dell’efficienza dell’apparato mentale.

Uno dei paradossi psicologici maggiori che si verifica in questo ambito, è dovuto al fatto che molto spesso proprio questa sensazione di massimo dominio, dovuta alla potenza del mezzo tecnologico, si tramuta invece in una perdita di controllo sull’esperienza indotta dallo strumento. A molti di noi, sarà capitato anche una volta soltanto, di provare un frustrante senso di impotenza nei confronti per esempio, di un programma bloccato e non più riattivabile, sperimentando una sensazione di perdita di controllo che di frequente si accompagna anche ad un intenso discontrollo emozionale: la cosiddetta “computer rage”, ovvero la “rabbia da computer”. Tale fenomeno è la prova di quanto “tali tecnologie possano paralizzare le nostre capacità di reazione e determinare l’insorgenza di un sentimento di sconfortante impotenza proprio nei confronti di uno strumento che sembrava invece incrementarla notevolmente” (La Barbera, 2005).

L’uso crescente di questi dispositivi dà a volte luogo a condotte disadattive o compulsive, al punto che nel DSM 5 è stato introdotto l’ IAD ( Internet Addiction Disorder).

Gli effetti e il fascino che le esperienze della realtà virtuale esercitano sull’apparato psichico presentano infatti, non pochi punti in comune con le situazioni tossicomaniche.

Così come nella dipendenza da sostanze vi è una fase iniziale di “luna di miele” con la sostanza, in cui si scopre l’emozione per l’accesso a mondi sensoriali appaganti, in modo analogo, coloro che vivono esperienze virtuali scoprono la possibilità di ingresso in un mondo spesso altamente gratificante rispetto ai loro bisogni.

Difatti, spesso i frequentatori di ambienti virtuali riferiscono che la chat ha rappresentato per loro un mondo nuovo, un’apertura mentale, che li ha resi capaci di cogliere aspetti diversi della relazione e del contatto interpersonale, fino a sostenere che solo in chat essi si sentono veramente liberi e contenti.

È stato da più autori rilevato che la condotta additiva avente come oggetto internet, è spesso accompagnata da una o più altre dipendenze comportamentali, che in questi soggetti fanno pensare ad una problematica di tipo poliadditivo.

Oltre a problemi di tipo psicologico si riscontrano problemi anche a livello dei seguenti sistemi:

  • Sistema oftalmologico
  • Sistema nervoso
  • Sistema muscolo scheletrico

Nonché fenomeni quali:

  • Mal di testa
  • Tendenza all’obesità

Inoltre è importante sottolineare che nelle Internet dipendenze (gioco d’azzardo on-line, dipendenza da cybersesso, dipendenza da cyber relazioni, dipendenza da giochi di ruolo on-line, shopping on-line compulsivo, dipendenza da eccessive informazioni, cyber suicidio trading on-line compulsivo), un fattore promuovente l’abuso può essere rappresentato dalla facilità e dalla rapidità con le quali può essere ripetuta o protratta l’esperienza. Questi aspetti divengono elementi indiretti di rinforzo oltre che stimolare l’instaurarsi di una condotta compulsiva.

In ogni caso è stato notato la presenza in tutte le forme di Internet Addiction di un fattore comunicazionale, il che ha fatto ipotizzare a diversi autori (Levy, 1997; Caretti, La Barbera, 2001; Davis, 2001) ad una sorta di addiction specificatamente legata alla comunicazione: il cyber dipendente sarebbe quindi un soggetto che presenta delle difficoltà di comunicazione, che possiede una nozione spazio-temporale alterata, e che attraverso l’utilizzo di tecnologie cerca incessantemente un mezzo per esprimere o superare il proprio malessere.

Questa ipotesi darebbe in parte ragione alla quantità di ore trascorse in connessione: infatti è stato rilevato che i soggetti che hanno difficoltà a comunicare con gli altri nella vita reale, sono le persone più suscettibili di divenire dipendenti dalle possibilità di comunicazione offerte dal web.

Ciò viene confermato anche da uno studio di  Diomidous M, et all (2016). Esso mette in evidenza il fatto che l’uso eccessivo di Internet ha effetti sia interni che esterni per gli utenti: i problemi interni riguardano le problematiche psicologiche ed emotive che possono sorgere, come la riduzione del benessere psicologico; i problemi esterni, invece, fanno riferimento alla funzionalità dell’utente e ai problemi connessi con la minore attività nella vita reale e all’impoverimento dell’interazione con l’ambiente sociale. Questi autori quindi concludono che l’uso eccessivo di Internet può quindi portare ad un deterioramento dei rapporti con amici e familiari, mancanza di interesse per la vita quotidiana e l’abbandono delle responsabilità domestiche, accademiche, e professionali che gradualmente conducono ad una riduzione della qualità di vita.

Tutto ciò ci deve far riflettere sul fatto che lo sfondo ludico dell’esperienza che offre il manipolare un dispositivo tecnologico attiva nella mente fantasie legate al gioco e al potere. Onnipotenza, regressione, coazione e ideazione prevalente, sembrano dunque alcuni dei meccanismi mentali patologici che si frappongono ad un uso maturo e competente dei mezzi tecnologici che abbiamo a disposizione.

Bibliografia

Caretti, V., La Barbera, D. (2005), Le Dipendenze Patologiche. Raffaello Cortina Editore, Milano

Diomidous, M., Chardalias, K., Magita, A., Koutonias, P., Panagiotopoulou, P., Mantas, J. (2016), Social and Psychological Effects of the Internet Use. Acta Inform Med. 2016 Feb;24(1):66-8. doi: 10.5455/aim.2016.24.66-68. Epub 2016 Feb 2. Review.

Levy, P. (1997), Cybercultura. Tr. It. Feltrinelli, Milano 1999.

Young, K.S. (1998), Presi nella rete; la dipendenza psicologica di Internet. Tr. It. Calderini, Bologna 2000.

Un pensiero riguardo “Effetti psicosociali dell’uso di Internet

  1. debernardis ha detto:

    Questo articolo sembra attinente:

    http://www.galileonet.it/2016/09/la-dipendenza-internet-la-spia-altri-disturbi-mentali/

    per quanto non mi sembri una cosa nuova per gli addetti ai lavori

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