Abuso di psicostimolanti ed anedonia

Per anedonia si intende l’incapacità a provare piacere, anche in circostanze e attività normalmente piacevoli come, fra le altre, il contatto sociale e le esperienze sessuali. L’anedonia è considerata un sintomo di vari disturbi mentali, in primo luogo i disturbi dell’umore e la depressione. L’anedonia può anche essere un sintomo accessorio, ma comunque significativo,  della schizofrenia e di alcuni disturbi di personalità.

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L’abuso di psicostimolanti come la cocaina, la metamfetamina ed il mefedrone risulta frequentemente associato oltre che a disforia, irritabilità, sintomi neurovegetativi e riduzione della motivazione, anche ad anedonia.[1],[2]

Per quanto l’anedonia come disturbo possa anche essere pre-esistente all’uso di eccitanti e possa essere considerata fra i fattori predisponenti,[3], [4] coloro che abusano di psicostimolanti nell’ambito di pratiche sessuali, riportano spesso un calo del desiderio o ancor più l’impossibilità a trarre piacere dall’atto sessuale in assenza di sostanze eccitanti. Non è chiaro, però, se questa difficoltà a provare piacere sia una conseguenza diretta dell’abuso della sostanza eccitante oppure il ritorno ad una condizione pre-esistente, sofferta in modo particolare in quanto si presenta dopo un’esperienza gratificante. Probabilmente, come accade spesso, entrambe le ipotesi  hanno qualcosa di vero. In altri termini, l’anedonia potrebbe essere in parte la conseguenza diretta dell’abuso degli psicostimolanti ed in parte dovuta al fatto che gli individui anedonici usano psicostimolanti nell’ambito di pratiche sessuali per provare più facilmente piacere. Una volta sospeso l’uso dopo avere sperimentato questa condizione, essi soffrirebbero in modo particolare del ritorno a quella pre-esistente.

Non è chiaro per quanto tempo dopo la sospensione dell’uso di eccitanti persista l’anedonia. Kalechstein et al. (articolo citato) hanno dimostrato che l’anedonia è sicuramente presente nei cocainomani 5 giorni dopo la sospensione dell’uso della sostanza. In un altro studio anedonia ed apatia erano ancora presenti nei pazienti in remissione 60 giorni dopo la sospensione della sostanza.[5] La persistenza di anedonia nei pazienti con abuso di psicostimolanti in remissione suggerisce una disfunzione del sistema dopaminergico[6] e l’uso di farmaci attivi su quest’ultimo ed in particolare di quelli, come il bupropione, che potrebbero rivelarsi efficaci nei soggetti predisposti all’uso di psicostimolanti. In quest’ottica, anche i trattamenti psicoterapici che agiscono sull’edonia come la terapia di attivazione comportamentale, di cui comunque si giovano i soggetti predisposti all’uso di psicostimolanti, potrebbero rivelarsi efficaci.

 

[1] Kalechstein AD, Newton TF, Leavengood AH. Apathy syndrome in cocaine dependence. Psychiatry Res 2002;109:97–100

[2] McGregor CM, Srisurapanont M, Jittiwutikarn J, Laobhripatr S, Wongtan T, White JM. The nature, time course and severity of methamphetamine withdrawal. Addiction 2005;100:1300–1329

[3] Falck RS, Wang J, Siegal HA, Carlson RG. The prevalence of psychiatric disorder among a community sample of crack cocaine users: an exploratory study with practical implications. J Nerv Ment Dis 2004;192:503–507

[4] Baker A, Dawe S. Amphetamine use and co-occurring psychological problems: review of the literature and implications for treatment. Australian Psychologist 2005;40:88–95

[5] Adam M. Leventhal, Christopher W. Kahler, Lara A. Ray, Kristen Stone, Diane Young, Iwona Chelminski, Mark Zimmerman. Anhedonia and Amotivation in Psychiatric Outpatients with Fully Remitted Stimulant Use Disorder. Am J Addict. 2008; 17(3): 218–223

[6] Bressan RA, Crippa JA. The role of dopamine in reward and pleasure behaviour—review of data from preclinical research. Acta Psychiatr Scand 2005;111(Suppl 427):14–21.

 

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