Approfondimenti sul Krokodil

Visto che di recente si sono moltiplicate le notizie di un possibile arrivo in Italia di un pericoloso oppioide da strada chiamato in gergo Krokodil, diffuso in Russia e nei paesi confinanti, ho pensato di rivolgermi alla Letteratura scientifica per qualche approfondimento.

Fortuna ha voluto che sia stata da poco pubblicata un’interessante revisione sull’argomento da parte di un gruppo di ricercatori brasiliani di farmacia, e una volta procuratomi il lavoro completo son qui a riportarne in italiano le informazioni che mi sembrano più interessanti.

Il Krokodil, conosciuto anche come Krok, Crocodile o Croc, sembra tragga il suo nome dal caratteristico aspetto delle lesioni cutanee che provoca, con la pelle che assuma un colorito tendente al verde o al nero, diventa squamosa e tende a staccarsi, come la pelle del coccodrillo; ma forse anche dal nome di uno degli intermedi chimici della sua sintesi, che in inglese suona alpha-chlorocodide, parola assonante con crocodile (coccodrillo). In Russia è anche conosciuta come “Russian magic” per il suo effetto intenso e di breve durata, o “droga dei poveri” perché usata come sostituto a basso costo dell’eroina.
Quanto al costo infatti, è stato calcolato nel 2011 che si poteva preparare, al costo di 120 rubli, una quantità di Krokodil equivalente ad un valore di 500 rubli di eroina.

Il Krokodil è stato riportato per la prima volta in Siberia nel 2002, e successivamente si è espanso velocemente in Russia, sia nelle aree urbanizzate che in quelle rurali (aumento dei sequestri di 23 volte tra 2009 e 2011), ed in alcuni dei paesi vicini, soprattutto Ucraina e Georgia.
Nel 2012 si calcolavano 100mila consumatori di Krokodil in Russia, 30mila in Ucraina, e complessivamente 500mila tra Georgia, Kazakistan ed Uzbekistan. Nello stesso anno si ritiene che siano decedute 30mila persone in Russia a causa dell’uso di Krokodil.
Si ritiene che i casi riportati di uso di Krokodil nel resto d’Europa siano riconducibili ad immigrazione dall’est europeo; inoltre vi sono state sporadiche segnalazioni pure in USA e Messico.

La particolare diffusione di questo oppioide povero può essere verosimilmente correlata al fatto che in Russia sono illegali – e quindi non sono disponibili – i consueti trattamenti farmacologici per la dipendenza da eroina (metadone e buprenorfina): ciò può spingere il consumatore di eroina in astinenza per indisponibilità della sostanza o impossibilità di comperarla ad utilizzare il Krokodil, trascurando il maggior rischio a causa dell’intensità dell’appetizione compulsiva.

Il principio attivo oppioide del Krokodil è un derivato della morfina, e cioè la desomorfina. La principale differenza chimica tra morfina e desomorfina è che la seconda perde un gruppo -OH (ossidrile) ed un doppio legame adiacente, il che ne rende la molecola più lipofila.

Infatti, confrontando l’indice di lipofilia (Log P) calcolato per ambedue le molecole, si vede che quello della desomorfina è di circa due volte e mezza superiore rispetto a quello della morfina, e cioè che la desomorfina tenderebbe a ripartirsi cira 300 volte di più (l’indice è logaritmico) nelle membrane cellulari piuttosto che nel liquido extracellulare [dati e immagine da www.wolframalpha.com]. Questo valore di lipofilia è simile a quello dell’eroina, e quindi bisogna aspettarsi una capacità di distribuirsi nel cervello e nei tessuti grassi simile fra desomorfina ed eroina, molto più velocemente della morfina.

La desomorfina è conosciuta da molti anni, infatti venne sintetizzata per la prima volta nel 1932 ed anche transitoriamente usata come farmaco antidolorifico. Ha un effetto sedativo circa 15 volte maggiore della morfina, più rapido e meno durevole; l’effetto analgesico è di 8-10 volte maggiore rispetto alla morfina, e nella pratica clinica degli anni ’30 del secolo scorso era noto che 1 mg di desomorfina era equivalente a 10 mg di morfina nella terapia del dolore postoperatorio, però con una minore tenuta degli effetti (due ore e mezza per la desomorfina, 3 ore per la morfina). Il fatto che l’effetto fosse più breve, la tolleranza più incerta, l’astinenza più rapida e la depressione respiratoria fosse giudicata maggiore fecero sì che come farmaco venisse abbandonata, eccetto che in situazioni sporadiche.

La tossicità è maggiore di quella della morfina; la LD50 (dose letale per la metà degli animali da esperimento) della desomorfina nel topo è circa 10 volte inferiore inferiore a quella della morfina per via endovenosa, e 4 volte per via sottocutanea. Inoltre è un inibitore della colinesterasi più potente di codeina e morfina ed ha un effetto depressore del respiro di 10 volte maggiore della morfina sul macaco Reso.

Il metabolismo nell’uomo non è stato studiato ad oggi; nel ratto è noto che coinvolge il citocromo CYP3A4 (noto perché coinvolto nel metabolismo di svariati altri farmaci, oppioidi e non), e l’uridin difosfato glucuronil transferasi (UGT) con formazione di derivati glucuronati che si accumulano nelle urine.

Il Krokodil da strada non è però (purtroppo) desomorfina pura, ma è un prodotto impuro ed irritante, che si osserva nello spaccio in forma liquida, già pronta all’iniezione, a differenza dell’eroina e simili che vengono riscontrati in forma cristallina o semicristallina.

Viene prodotto direttamente in casa, da singoli o piccoli gruppi che ne fanno uso assieme, spesso condividendo le attrezzature per l’iniezione e quindi favorendo il contagio delle patologie emotrasmissibili.
La base per la produzione casalinga del Krokodil è la codeina, acquistata in farmacia come antitussivo o analgesico, pura o in combinazione con altri principi attivi (es. paracetamolo, aspirina, caffeina, espettoranti etc.).
La reazione richiede iodio (ricavato dai disinfettanti), fosforo rosso (dalla striscia da sfregare della scatola dei fiammiferi), un solvente organico (vengono usati diluenti per vernici, benzina, etilacetato o quant’altro sia a disposizione, per quanto tossico), soda o potassa caustica, ed eventualmente acido cloridrico o altri acidi forti se è necessario convertire la codeina base nel cloridrato per farla sciogliere. La miscela viene riscaldata su una stufa o sui fornelli della cucina.
Quando la reazione funziona, ne deriva un prodotto con variabile tasso di desomorfina (nei sequestri varia tra poco più di zero ed il 75%) più i prodotti utilizzati nella reazione, anche questi in variabile composizione e quantità. Generalmente come ulteriori impurezze provenienti dai reagenti sono presenti metalli pesanti come ferro, zinco, piombo o antimonio.

L’ampia possibile varietà di titoli di desomorfina o precursori oppioidi, e di impurezze provenienti dai reagenti usati, dà conto dell’imprevedibilità degli effetti, sia quelli desiderati dal consumatore che quelli avversi; tanto che è stimato che la sopravvivenza media del consumatore di Krokodil sia di 2-3 anni, a fronte di una speranza di vita una decina di volte maggiore (se non di più) per il consumatore di eroina.

Il prodotto è generalmente assunto per endovena, ma può essere anche usato per via sottocutanea o per via orale. Gli effetti compaiono rapidamente come con l’eroina, con il rush a 15-30 secondo dopo l’iniezione endovenosa, ed entro 3-5 minuti per via sottocutanea.

Vista la variabile composizione in principio attivo e contaminanti, gli effetti tossici possono essere vari, e comprendono lesioni vascolari incluse alle coronarie, lesioni d’organo, sepsi localizzate o generalizzate, e le caratteristiche lesioni superficiali alla cute, con discolorazione, desquamazione e necrosi, al reticolo venoso, con ulcere e flebiti, ai tessuti molli, muscolo e cartilagine, con esito in gangrena e perdita di sostanza. A questo si aggiunge la trasmissione di HCV, e un po’ meno frequentemente di HIV (perché sembra che l’acido contenuto nella soluzione possa parzialmente inattivare questo virus).

Le lesioni d’organo non sono solo locali ma anche sistemiche, e si manifestano con encefalopatia, alterazioni neurologiche, motorie e del linguaggio, della memoria, della personalità, disturbi della tiroide, lesioni del fegato, del rene e degli organi riproduttivi, e disturbi ematologici. Si osservano in certi casi anche allucinazioni. Il fosforo contenuto è tipicamente causa di osteonecrosi della mandibola, con possibili complicanze settiche.
Visto l’effetto analgesico (ed aggiungerei anche di distacco emotivo) dell’oppioide, il consumatore ha difficoltà a rendersi conto in tempo delle conseguenze distruttive della sostanza.

Chi volesse approfondire l’argomento sul lavoro originale e consultarne la ricca bibliografia, lo potrà trovare (purtroppo non liberamente) in

http://dx.doi.org/10.1016/j.drugalcdep.2016.12.021

Inoltre, su internet si possono trovare molte altre informazioni anche di natura sociologica, tra cui un report fotografico e video curato dal fotografo italiano Emanuele Satolli per la rivista Time, in http://time.com/3398086/the-worlds-deadliest-drug-inside-a-krokodil-cookhouse/ .

 

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