Che limiti porre all’identificazione di nuove dipendenze comportamentali?

È una provocazione? L’ultimo numero del Journal of Behavioural Addictions pubblica un articolo sulla Dipendenza Da Studio.

neuroskeptic

Gli Autori, affiliati agli Istituti di Psicologia delle università di Danzica, Bergen e Nottingham, identificano la Dipendenza Da Studio nel quadro delle dipendenze comportamentali, come sottotipo della dipendenza da lavoro data per costrutto già accertato e accettato. La definiscono come “eccessiva preoccupazione per lo studio, spinta motivazionale incontrollabile verso lo studio, investimento nello studio di sforzi ed energie tale da compromettere le relazioni private, le attività del tempo libero e/o la salute”. La accostano alla “Dipendenza Da Danza”, a sua volta sottotipo della dipendenza da esercizio fisico.
La dipendenza da lavoro è stimata dagli Autori a poco più dell’8% di un campione di popolazione norvegese, e gli stessi Autori riscontrano con i loro mezzi diagnostici un simile tasso di prevalenza di Dipendenza Da Studio in campioni di studenti polacchi e norvegesi.
A tal proposito, presentano una scala diagnostica, la Bergen Study Addiction Scale (BStAS), Nella pubblicazione citata ne presentano i dati di test-retest e di stabilità nel tempo.

Mi vengono tante domande: fino a che punto è utile inventare nuove categoria nosografiche ed appositi strumenti diagnostici per ogni comportamento per il quale si osservi – in una minoranza di persone – un coinvolgimento, diciamo una salienza, superiore alla media? A che punto finisce la libertà di dedicare se stessi ad un interesse o un obiettivo ed incomincia, quantomeno concettualmente, la patologia? Un comportamento riconosciuto come funzionale per il singolo e la società perde di valore se “troppo” intenso? E una scelta di vita?

Avremmo fatto diagnosi di Dipendenza Da Studio per Vittorio Alfieri o Giacomo Leopardi? Se anche l’avessimo fatta, quale ne sarebbe stata l’utilità? Li avremmo “curati”?

Lascio le domande aperte; altre se ne potrebbero aggiungere.

Study Addiction: A Cross-Cultural Longitudinal Study Examining Temporal Stability and Predictors of Its Changes

http://dx.doi.org/10.1556/2006.5.2016.024

 

 

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