Una critica al metodo della Conferenza Nazionale di Genova
Esprimo un’opinione personale. Sono alla Conferenza Nazionale di Genova e non sono contento del metodo scelto dall’organizzazione per i lavori
Nelle fasi preparatorie noi partecipanti abbiamo lavorato in tavoli tecnici con un dibattito che ha portato a documenti di sintesi delle posizioni, rivisti fino al consenso. Laddove il consenso non è stato raggiunto, la relazione finale rispecchiava le posizioni diverse. A quanto ci è stato detto avrebbero dovuto essere questi i contenuti presentati.
Oggi vedo invece che il nostro lavoro è una parte minoritaria delle relazioni, ulteriormente riassunta, con perdita di contenuti essenziali. In un caso mi è sembrato distintamente che quanto è riportato dal documento di consenso sia stato liberamente interpretato dal relatore fino ad essere non più del tutto riconoscibile. I colleghi presenti con cui ho parlato e che hanno direttamente partecipato ai lavori si sono detti d’accordo.
Quello a cui stiamo assistendo, e che i cittadini interessati vedono in diretta streaming, è alle fine un insieme di opinioni personali di altri rispettabilissimi relatori che non sempre si interessano delle tematiche in oggetto, opinioni inserite piuttosto alla rinfusa e non sempre attinenti ai temi dei tavoli. Questo viene mostrato e questo passa.
Qui in sala i presenti possono intervenire solo inviando “domande” (non sembrano previste osservazioni o critiche) con un modulo Google. Dovrebbero essere filtrate dall’organizzazione,e quelle ritenute meritevoli verrebbero esposte domani pomeriggio. Molti dei presenti, prevedibilmente, se ne saranno già andati.
La sensazione complessiva non è esaltante. Posso solo sperare che i contenuti che verranno passati al Legislatore siamo quelli su cui abbiamo lavorato.