GeOverdose: la mortalità per overdose nel 2017
PREMESSA
I dati del 2017 provengono da un monitoraggio di tipo retrospettivo e quindi risentono di una minore sensibilità del metodo. La scansione retrospettiva dei motori di ricerca, infatti, consente di individuare un numero significativamente inferiore di eventi rispetto a quella quotidiana. Inoltre, in questo periodo, non è stata passata in rassegna la stampa cartacea locale. Il monitoraggio retrospettivo è stato effettuato soprattutto per testare le funzionalità del sistema e la bontà del metodo di indagine. Dal primo gennaio del 2018, invece, la scansione è stata effettuata quotidianamente e vengono anche passati in rassegna i quotidiani locali. Abbiamo comunque deciso di elaborare questi dati, anche se parziali, ma per i motivi elencati i dati del 2017 sono da considerarsi indicativi e non confrontabili con quelli del 2018.
ANALISI GEOGRAFICA
La scansione retrospettiva del 2017 ha consentito di individuare 195 eventi, corrispondenti ad un indice standardizzato di mortalità di 5 decessi per milione di abitanti nella popolazione a rischio (15-64 anni).
La regione con l’indice di mortalità più elevato è risultata essere la Valle d’Aosta, con un indice standardizzato di 24,9 decessi/milione di abitanti. Ciò è dovuto al fatto che in Valle d’Aosta si sono registrati due decessi su una popolazione a rischio di soli 80.000 abitanti. La regione con il secondo indice di mortalità più elevato è stata l’Umbria (23,5 decessi per milione), seguita a sua volta dalla Toscana (12,4 decessi), dall’Abruzzo (11,8), dalle Marche (10,4), dal Veneto (8,9), dall’Emilia Romagna (7,1) e dalla Liguria (6,4). Nelle altre regioni, l’indice standardizzato di mortalità è simile o significativamente inferiore alla media nazionale di 5 decessi per milione (vedi figura seguente).
Analizzando i dati su base provinciale, la provincia con il maggiore indice di mortalità è risultata quella di Arezzo (41,8 decessi per milione di abitanti contro una media nazionale di 5), seguita da Terni (28,6 decessi), Aosta (24,9 decessi), Pescara (24,4), Ascoli Piceno (22,7), Perugia (21,8), Macerata (20), Teramo (20) e Venezia (18,5). Le altre province nelle quali il numero dei decessi nel corso del 2017 è risultato pari o superiore a 10 per milione di abitanti sono riportate nella figura.
Sul piano geografico, quindi, si conferma la criticità delle regioni dell’Italia centrale (e soprattutto dell’Umbria) e si registra l’emergere del Veneto, nel quale durante gli anni passati i numeri erano stati significativamente inferiori alla media nazionale.
Per quanto riguarda l’Italia centrale, l’epicentro della crisi corrisponde alle province di Arezzo, Terni, Pescara, Ascoli Piceno, Perugia, Macerata e Teramo, dove l’indice di mortalità supera i 20 decessi. Coinvolte per contiguità risultano le province di Grosseto, Siena, Pisa e Pistoia, dove l’indice risulta compreso fra i 10 ed i 20 decessi per milione di abitanti.
La geografia disegna chiaramente una diffusione del fenomeno dall’Umbria e le Marche verso la Toscana, per contiguità geografica, come dimostra la situazione particolarmente critica della provincia di Arezzo.
ANALISI DI POPOLAZIONE
Dei 195 decessi identificati, 166 (85,1%) hanno riguardato soggetti di sesso maschile e 29 (14,9%) di sesso femminile, con un rapporto M/F di 5,7.
L’età media dei deceduti è di 37,8 anni (range 16-64) con una deviazione standard di 9,8. I soggetti deceduti con età inferiore a 25 anni sono stati complessivamente 20, pari al 10,3% del totale. Fra questi, 14 (70%) sono maschi e 6 (30%) femmine, con un rapporto M/F di 2,3. Questo dato è assai interessante, perché conferma un’osservazione clinica comune, ovvero che pur essendo la morte per overdose un evento soprattutto maschile, fra i giovanissimi la differenza fra maschi e femmine tende ad attenuarsi. Questa tendenza si accentua ulteriormente se si considerano i 13 decessi avvenuti in soggetti fino a 20 anni di età, in cui il rapporto M/F scende a 1,6. Negli ultracinquantenni, il rapporto M/F sale a addirittura a 23.
Dei 195 decessi registrati, 36 (18,5% del totale) hanno riguardato cittadini stranieri, a fronte di una presenza straniera che, fra regolari e irregolari, è di circa il 10%. Questo dato permette di ipotizzare una maggiore esposizione a rischio di morte degli stranieri. E’ possibile ipotizzare che questo rischio riguardi in particolar modo irregolari e clandestini, ma questo dato al momento non viene ancora raccolto, soprattutto perché non disponibile.
SOSTANZE IMPLICATE
In ¾ dei casi il decesso è stato causato, con buona ragionevolezza, da un’overdose da eroina, mentre la seconda sostanza in causa è risultata essere la cocaina (4,6% dei casi), coinvolta anche nei decessi per speedball (2,1%), assieme all’eroina. Nel 6,7% dei casi non era possibile fare una diagnosi presuntiva. Se si sommano i decessi per eroina, quelli per speedball e quelli presumibilmente dovuti alla stessa sostanza fra quelli indeterminati, se ne ricava che l’eroina è coinvolta in circa l’80% dei decessi. Le altre sostanze coinvolte sono visibili in tabella.
ANALISI DELLE CIRCOSTANZE
Fra i deceduti, 166 (85,1%) erano soli al momento dell’assunzione di droghe e la percentuale sale al 93,2% nei decessi dovuti ad overdose da eroina. Questo dato conferma l’opportunità di testare l’efficacia dell’app sperimentale NeverDose.
Per quanto attiene il luogo, infine, 2/3 dei decessi sono avvenuti al chiuso ed i rimanenti all’aperto. Rispetto a questo parametro, non si registrano differenze significative dovute alla sostanza utilizzata.
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