Prima pagare, poi Gino: per il sessantesimo compleanno di Andrea Pazienza

Andrea Pzazienza

Una rara foto di Andrea Pazienza

La frase con cui viene solitamente identificato il pensiero di Andrea Pazienza è ‘La pazienza ha un limite, Pazienza no’. E’ tratta da un suo fumetto ed è stata scelta dai più per rappresentarlo. Ma non era la frase che lui pronunciava più frequentemente. In quello che a Bologna fu il suo ambiente, si racconta che la frase cui era più affezionato e che pronunciava spesso con un ghigno infantile fosse “Se dieci non fa, allora venti”, che rende ancora meglio la sua mancanza del limite. Vi  era un’altra frase che Pazienza pronunciava frequentemente “Prima pagare, poi Gino”. Era quello che Pazienza diceva ogni volta che un editore gli telefonava per sollecitargli delle tavole. “Gino” era Zanardi, il suo personaggio più famoso, il suo stesso avatar.  Pazienza voleva essere pagato prima di consegnare il lavoro, perché aveva continuamente bisogno di soldi, come ogni dipendente da eroina in quegli anni in cui non erano disponibili i trattamenti farmacologici.

L’eroina ha segnato tutto il percorso artistico di quello che, per giudizio unanime di critica e lettori, è stato il più grande ed il più geniale dei fumettisti italiani. Non è azzardato dire che nessuno come Pazienza ha descritto in modo così crudo e reale il mondo dell’eroina ed il suo rapporto con la sostanza, osservata con gli occhi disincantati di un bimbo e restituita al lettore con un umorismo nero ed un po’ incosciente, con il quale venivano risolte le situazioni più drammatiche ed imbarazzanti o a volte francamente macabre. Come operatori, noi dell’eroina abbiamo in mente le sue conseguenze peggiori, quelle che ogni giorno osserviamo nella pratica clinica e quelle che dobbiamo curare. Pazienza le sorvola, con infantile cinismo e ci mostra l’aspetto trasgressivo, il sollievo di liberarsi da regole e convenzioni attraverso la sostanza. Per Pazienza l’eroina è un’oasi nella propria inquietudine, la regressione ad uno stato mentale di un bambino, perennemente  proteso a cercare in qualsiasi situazione, anche la più dolorosa, un aspetto divertente. Andrea Pazienza è un tossico vero, ma soprattutto ‘candido’, trasparente e ci racconta quello che della tossicodipendenza da eroina un operatore solitamente non vede. Bisognerà attendere quasi 20 anni perché Trainspotting ci faccia vedere qualcosa di simile: nulla a confronto della vastità e del dettaglio dell’opera di Andrea Pazienza.

L’eroina ha segnato tutto il percorso artistico e la vita di Andrea Pazienza a punto tale da provocarne la morte per overdose, il 16 giugno del 1988. Non c’erano ancora i SerT, ci saranno solo due anni dopo e non c’era il trattamento con metadone (o se c’era era solo per pochi giorni ed a dosaggi ridicoli) e certamente Pazienza sarebbe stato il candidato ideale per questo tipo di approccio. Domani, 23 maggio, avrebbe compiuto 60 anni e sarebbe ancora qui, a deliziare i nostri occhi con le sue tavole e a sollecitare il bambino che rimane in noi. Invece andò in Brasile a disintossicarsi e apparentemente ce la fece, fumando tanta marijuana, come lui stesso ci racconta nelle sue ultime tavole. Era entusiasta prima di tornare in Italia, si vede nei suoi disegni, Ce l’aveva fatta, pensava. Appena rientrò, però, si recò nella sede de l’Unità a chiedere, ancora una volta, dei soldi in anticipo. Sergio Staino ce la racconta così “Era stato in Brasile con l’idea di staccarsi dalle maledette storie di pusher che lo assillavano. Doveva stare via un mese e invece se ne andò via per tre mesi, cosi eravamo in pensiero per lui. Tornò da quel viaggio ed era pulito, sembrava un’altra persona. Un giorno mi venne a trovare a Roma, all’Unità, era disperato perché doveva trovare quattro milioni di lire per pagare le tasse arretrate, come mi raccontò piangendo». Pazienza trovò i soldi, che sicuramente utilizzò per acquistare eroina, sebbene si fosse appena disintossicato. Fu trovato morto nella sua casa di Montepulciano (Siena), acquistata anche per allontanarsi dall’ambiente dell’eroina di Bologna.

Dal 21 maggio del 2016 viene pubblicata la sua opera omnia in 20 volumi ad uscite settimanali. Un’occasione unica per ogni appassionato di fumetto, ma anche per ogni operatore che si voglia avventurare in una parte a lui meno conosciuta di quello che fu il mondo dell’eroina degli anni ’70 ed ’80. Un mondo che oggi è profondamente cambiato, ma la sostanza che Pazienza racconta è sempre la stessa.

Un pensiero riguardo “Prima pagare, poi Gino: per il sessantesimo compleanno di Andrea Pazienza

  1. debernardis ha detto:

    Uno dei migliori e più innocentemente precisi fumetti del Paz in tema di droghe, Detective Mama, dal blog Etiche:

    http://bioetiche.blogspot.it/2007/08/detective-mama.html

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