“Non affogare in un mare di giochi!”
Il Collega e socio SITD Guido Intaschi ci invia un contributo sul fenomeno del Disturbo da Gioco d’Azzardo relativo alla serata di sensibilizzazione che si è tenuta il 3 ottobre 2017 presso Chiostro S.Agostino a Pietrasanta, organizzata dall’equipe GAP SERD Viareggio insieme al Gruppo SIMS, al Comune di Pietrasanta,CEIS Lucca, Libera, GA, NA, ACAT Versilia etc..con la presenza di Don Armando Zappolini presidente CNCA e portavoce della campagna “Mettiamoci in gioco “.
Durante l’incontro, che ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso e interessato al tema GAP, dopo i saluti dell’Assessore al Sociale del Comune di Pietrasanta (Lora Santini) e l’intervento del Responsabile SERD Viareggio (Dott. Guido Intaschi), che ha esposto gli aspetti epidemiologici, sanitari ed economici del gioco d’azzardo in Toscana ed in Versilia sia “offline” che “online” (“remote gambling” diffuso in particolare nella fascia di età giovanile, vedi dati ARS Toscana nel contributo allegato), c’è stato il dibattito moderato da Sonia Ridolfi, in qualità di presidente del CEIS Lucca, con la presentazione della Campagna Nazionale “Mettiamoci in gioco” da parte di Don Armando Zappolini, che ha illustrato anche le novità in campo legislativo riguardo al fenomeno del gioco d’azzardo patologico (ad es. recente decreto del settembre 2017 sul riordino dei giochi con accordo della conferenza stato-regioni sulla riduzione delle slot machine nel 2018).
Sono intervenuti nella discussione successiva alle già citate presentazioni vari rappresentanti delle esperienze in corso sia nelle agenzie pubbliche (come il Dr Palagi Emanuele, psicoterapeuta che da anni collabora con il Servizio Dipendenze di Viareggio e che ha illustrato l’attività di gruppo per giocatori del SERD di Viareggio ) che nel mondo del III settore (Gruppo SIMS-PCA di Pietrasanta, CEIS Lucca, Misericordia Lido di Camaiore ) e del volontariato (Libera di Pietrasanta e di Viareggio, Giocatori Anonimi, Narcotici Anonimi, ACAT Versilia, …) che hanno chiesto di unire le forze in campo per realizzare interventi preventivi che possano far ridurre l’offerta di azzardo tutelando in particolare le fasce più deboli della popolazione (minorenni, classi socio-economiche più basse, migranti etc…) e soprattutto hanno reso emotivamente più viva la serata portando le loro testimonianze personali di sofferenze legate al GAP ma anche le loro storie di percorsi di recupero in corso nei vari tipi di gruppo.