Una chiacchierata a distanza con i Ministri
Quest’oggi, come sporadicamente ancora avviene, la politica si interessa dei problemi delle dipendenze, con dichiarazioni di due Ministri della Repubblica, a commento di ingenti sequestri di eroina a Fiumicino, dei risultati ESPAD del CNR che suggeriscono un incremento dell’uso di eroina per via iniettiva negli adolescenti, e dei sequestri di altre sostanze illecite entro una scuola superiore della Capitale.
Iniziamo dalle dichiarazioni del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, come riportate da un dispaccio ANSA.
«Non e’ mia competenza ma avverto che non c’è una consapevolezza nel paese», ha detto il ministro all’ANSA che propone un coordinamento più stretto per la prevenzione fra tutti gli organi dello Stato, ministero e Regioni.
Lorenzin parla di uno spezzettamento delle competenze, di assenza di campagne di prevenzione ai giovani e dicendosi «per nulla stupita» di quanto indicato dal rapporto del Cnr.
Ho qualche difficoltà nel comprendere, o quantomeno nell’accettare, che non sia almeno in parte competenza del Ministro della Salute coltivare e indirizzare la consapevolezza del Paese in tema di uso di eroina e incentivare misure validate di prevenzione.
Sicuramente ci saranno motivi tecnico-istituzionali che mi sfuggono; non mi sfugge invece, da tecnico-sanitario, una certa noncuranza del dibattito, da ogni parte, sul tema delle “vecchie” droghe, date già da un po’ e con giubilo per moribonde e superate, per concentrarsi sui novissimi, cannabis e sostanze sintetiche dai nomi esotici in testa. Salvo svegliarsi e riconoscerle ancora vive e pericolose dopo che i danni son fatti. Poi riaddormentarsi.
In un mondo migliore dove fosse competenza del Ministro, forse il medesimo Ministro potrebbe chiedere alle Aziende Sanitarie, con una certa veemenza, e per il tramite delle Regioni, di dotare i servizi per le dipendenze di quanto la legge stabilisce; per esempio il DM 444/90 che le vigenti norme per l’accreditamento continuano – in maniera forse illusoria forse provocatoria – a ricordare.
I servizi per le dipendenze in tal modo potrebbero intensificare ed ampliare l’offerta sia nella terapia che nella riduzione del danno che nella prevenzione, senza travalicare le proprie competenze istituzionali che già incorporano tutti questi interventi, e non ci sarebbe bisogno di andare a cercare nuovi coordinamenti tra parti dello Stato che sono già giustamente oberate di altri impegni pressanti.
La risposta sarà nella successiva frase del Ministro?
«È da questa estate che sto sollecitando la presidenza del Consiglio su questo tema», ha riferito Lorenzin che più nello specifico risponde di avere in mente un percorso coordinato fra il ministero della Salute, quello dell’Istruzione e del Welfare per quello che riguarda le azioni di prevenzione, lasciando ovviamente agli Interni e alla Giustizia le altre azioni. «Dobbiamo rimettere al centro la questione: parliamo solo dell’alimentazione dei bambini e non parliamo più di droga fra i ragazzi», ha concluso il ministro.
È una faccenda di priorità del Governo, dunque, secondo la sua autorevole componente, che pur sollecitato non accoglie.
Mi chiedo se l’alimentazione dei bambini sia stata invece argomento prioritario in Consiglio dei Ministri (può essere), oppure se il Ministero su questo tema abbia potuto muoversi in tranquilla autonomia, senza sentirsi in dovere di raccogliere prima la collaborazione del vertice dell’esecutivo e di perlomeno altri quattro dicasteri.
Sempre nel mondo perfetto che immagino, le dipendenze patologiche sono riconosciute come un problema sanitario, e pertanto la sanità pubblica è legittimata a lavorarci su senza troppi giri di parole e coordinamenti, su quanto di propria competenza.
Ulteriori e quasi simultanei dettagli ci vengono dal Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme costituzionali, Maria Elena Boschi, che nel corso del Question Time alla Camera dei Deputati del 13-4-2016 (inizia circa al 40esimo minuto del filmato, e qui in sunto scritto) annuncia che la Presidenza del Consiglio, tramite il DPA Dipartimento delle Politiche Antidroga, e in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, renderà disponibile un fondo di 2 milioni e 260 mila euro per progetti nelle scuole volti contro l’uso di droghe, includendovi anche internet (perché? ma questa è un’altra storia) ed il gioco d’azzardo.
Questi fondi verranno utilizzati dalle scuole in linea di massima come meglio credono, in virtù della loro autonomia.
Aggiunge verso la fine del suo intervento che l’allarmismo sull’uso di sostanze nelle scuole è
eccessivo rispetto alla situazione, certamente da prevenire, monitorare e tenere sotto controllo, che non ha le dimensioni che il quesito cerca di asserire
Sulle considerazioni conclusive del deputato che ribatte tra l’altro che l’obbligo di legge di indire triennalmente la Conferenza Nazionale sulle Droghe, secondo DPR 309/90 art. 1 comma 15, è disatteso dai governi degli ultimi sei anni compreso l’attuale, ho poco da dire, visto che si tratta di un evidente dato di realtà che non lascia spazio a opinioni.
Dunque, mi pare di capire che forse il Governo non è inoperoso, ma per adesso vede come interlocutore privilegiato La Buona Scuola e non il buon intervento specialistico pubblico dei SerT e del privato sociale convenzionato.
E comunque non c’è da preoccuparsi troppo.
Da sanitario investito per lavoro e per coscienza del problema, zittisco dunque le mie preoccupazioni e torno a vedere pazienti; e la vocina dentro di me che vorrebbe nei prossimi anni di lavoro vederne sempre meno, e sempre meno gravi, accetta la realtà politica, smette di preoccuparsi anche lei, e mi lascia in pace.