Crack (a Bologna)

Abbiamo chiesto al dott. Raimondo Pavarin, presidente della sezione regionale SITD Emilia Romagna, un breve articolo che anticipi e inquadri lo studio che sta conducendo sui consumatori di crack a Bologna. Lo ringraziamo per la risposta e pubblichiamo, sollecitando gli interessati alla discussione su questo tipo di consumo che appare in ascesa in tutta Italia.

La droga dei poveri

Cosa dice la letteratura – La cocaina è disponibile in Europa in due forme: cocaina cloridrato, polvere di cocaina (sniffata, ingerita, iniettata); e cocaina crack, che è stata trasformata in una forma a base libera utilizzando il cloridrato di cocaina come materiale di partenza (fumata, ingerita, iniettata) (Hatsukami & Fischman, 1996).

Tra i consumatori abituali si può fare un’ampia distinzione tra consumatori socialmente integrati, che spesso sniffano cocaina in polvere (cocaina cloridrato), e consumatori marginali, che fumano crack, talvolta in concomitanza con l’uso di oppiacei.

Il termine crack è carico di connotazioni di stigma e discriminazione. L’uso è spesso caratterizzato da un consumo ad alta frequenza, che porta a problemi di salute mentale e fisica e comportamenti aggressivi, rendendo difficile l’erogazione del trattamento e gli interventi di riduzione del danno (OEDT, 2022).

Come con altre sostanze illegali, il consumo di crack attraversa gli strati sociali ma è particolarmente associato a povertà, abitazione precaria, carcerazioni e accesso/utilizzo limitato dei servizi sanitari e sociali (Harris, 2020).

Come si prepara il crack – La cocaina cloridrato non può essere fumata perché si decompone alle temperature necessarie per vaporizzarla. La cocaina basata, invece, può essere fumata a temperature sensibilmente inferiori rispetto alla cocaina cloridrato. Viene prodotta mescolando il cloridrato di cocaina con una sostanza alcalina (bicarbonato di sodio o ammoniaca) per convertirla in base, e poi riscaldata. L’alterazione chimica consente al consumatore finale di acquistare quantità minori di crack a un costo inferiore, aumentando così l’accessibilità generale. Il crack viene fumato in pipe di vetro o di altro materiale, lattine di bevande analcoliche o bottiglie di plastica modificate per agire come pipe, o sigarette di tabacco o non di tabacco. Fumare crack trasforma radicalmente gli effetti della sostanza; la rapidità e l’intensità dell’insorgenza portano a una sensazione di euforia seguita da un brusco calo che spesso porta a un desiderio per un’altra dose. Rispetto all’uso intra-nasale, c’è una maggiore probabilità di abuso, una maggiore propensione alla dipendenza e conseguenze più gravi quando la cocaina viene fumata o iniettata per via endovenosa (Jeppsen et al, 2015).

Prevalenza – Non esistono stime affidabili sul consumo di crack nella popolazione generale (OEDT, 2019).
Secondo l’OEDT, L’aumento dei problemi economici durante la pandemia di COVID-19 tra i consumatori di sostanze ad alto rischio e la disponibilità di dosi di crack piccole e a basso costo potrebbero aver contribuito all’aumento del consumo (OEDT, 2022). Nel 2021 almeno 2889 pazienti sono entrati in terapia per problemi di crack in Italia, triplicando il dato del 2014 (DPA, 2022).

SERD – Dal 1992 al 2022 vi sono stati almeno 1992 persone in carico ai SERD dell’area metropolitana di Bologna, con una media di 650 utenti in carico all’anno a partire dal 2009: la stragrande maggioranza con bassa scolarità, molti con carcerazioni pregresse, la metà con uso concomitante di oppioidi, quattro su dieci non nativi, uno su cinque con una diagnosi psichiatrica.

RDD – Da una ricerca qualitativa nella regione Emilia Romagna (hanno collaborato 4 Unità di strada e un Drop-in), emerge un mercato consolidato sul territorio, con una rete di vendita, competenze per l’autoproduzione, molteplici modalità d’uso, luoghi di consumo. Il crack si può anche trovare già pronto e a prezzi competitivi, oppure è possibile condividere una pipa pagando un prezzo a “inalata”.
I servizi di riduzione del danno intercettano consumatori di crack in situazione di marginalità grave, persone senza fissa dimora, spesso solitarie: poli-consumatori, molti di origine straniera, alcuni praticano attività di spaccio.

Interviste – Dalle interviste a 19 utilizzatori di crack (età media 34 anni, 1/3 non nativi, 1/5 vive sulla strada, ¼ in dormitorio) emergono inoltre tecniche di produzione, modalità, regole e motivi d’uso comuni. Per apprezzarlo devi imparare a conoscerlo. I consumi sono alternati a pause a seconda dei vari periodi della vita (affetti, lavoro), ma il SERD non sembra rispondere alle esigenze specifiche di questo target.

Alcune considerazioni
1) Nella situazione attuale di post COVID, cui si aggiungono una guerra strisciante ed una grave crisi economica, come del resto la letteratura scientifica ci aveva avvisati, possiamo affermare senza timore di essere smentiti che i poveri usano la droga dei poveri. Il crack è un segnale importante di questo cambiamento in corso.
2) Un altro aspetto riguarda l’uso in concomitanza o in alternativa agli oppioidi, per cui: il crack si sta sovrapponendo all’eroina?
3) I pochi dati disponibili evidenziano fasce marginali della popolazione, ma siamo proprio sicuri che l’uso di crack sia diffuso solo tra questa popolazione o che c’è un sommerso di consumatori socialmente integrati?
4) Quali trattamenti possono offrire i SERD? – problema non secondario.
5) Quali attività di riduzione del danno per questa popolazione?

Hatsukami, D. K., & Fischman, M. W. (1996). Crack cocaine and cocaine hydrochloride: Are the differences myth or reality? Jama, 276(19), 1580-1588.

Harris, M. (2020). An urgent impetus for action: safe inhalation interventions to reduce COVID-19 transmission and fatality risk among people who smoke crack cocaine in the United Kingdom. International Journal of Drug Policy, 83, 102829.

Jeppesen, Hans Henrik, Malthe Busch-Nielsen, Anders Nørgaard Larsen, and Torben Breindahl. “Analysis of urinary biomarkers for smoking crack cocaine: results of a Danish laboratory study.” Journal of analytical toxicology 39, no. 6 (2015): 451-459

EMCDDA (2022). European Drug Report 2022: Trends and Developments.
Retrieved January 5, 2023, from
https://www.emcdda.europa.eu/publications/edr/trends-developments/2022_en

DPA (2022). Relazione annuale al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia – from year 2014 to year 2021. Retrieved January 5, 2023, from
https://www.politicheantidroga.gov.it/it/attivita/relazioni-annuali-al-parlamento

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