Alina, l’Ucraina e il tramadolo

Un’associazione di idee che forse potrà essere utile a qualcuno.

Seguendo per GeOverdose il caso della morte di Alina Trush, deceduta nella sua abitazione il 1 dicembre 2021, a Trieste, scopro oggi che la causa del decesso è da attribuirsi ad un mix di droghe e farmaci tra i quali spicca il tramadolo: “la quantità riscontrata è superiore ad almeno sei volte la dose normale ed è pari al doppio della dose considerata letale”, ed era associato a “metadone (prescritto da struttura pubblica) , cocaina e benzodiazepine” (fonte https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2022/04/05/news/alina-la-ballerina-trovata-senza-vita-in-casa-a-43-anni-a-trieste-e-morta-per-overdose-1.41352872?ref=fbfpi )

Tramadolo? Cosa c’entra una ballerina ucraina col tramadolo? (Pensavo che l’abitudine all’uso improprio di questo antidolorifico fosse tipico di altre nazionalità, come riportato da un sacco di articoli giornalistici).

Invece faccio una rapida ricerca su internet, e scopro che in Ucraina la dedizione al tramadolo aveva raggiunto proporzioni epidemiche (qui un articolo del 2007; ci sarebbe da vedere come si è evoluta la situazione dopo https://m.day.kyiv.ua/en/article/society/war-declared-tramadol )

Ora, il nostro Paese è soggetto ad un afflusso di rifugiati ucraini, provenienti da una situazione altamente traumatica, ed è possibile che qualcuno si porti con sé la sua dedizione patologica, aggravata dalle atrocità della guerra. Meglio essere preparati ed aggiungere il tramadolo alle possibili cose a cui si pensa quando si visita qualcuno, al SerT o al Pronto Soccorso.

Attenzione che il tramadolo non è solo un antidolorifico oppioide ma è anche un serotoninergico, e nell’overdose può dare anche convulsioni o, in associazione con altre droghe (es. stimolanti https://www.cureus.com/articles/88610-serotonin-syndrome-precipitated-by-the-use-of-cocaine-and-fentanyl) e farmaci (es. antidepressivi, metadone https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19544673/) una sindrome serotoninergica.

Copio e incollo qui il paragrafo in tema di un articolo che avevo scritto anni fa sugli oppioidi sintetici per la nostra rivista MDD.

(L’avevo pure scritto, della diffusione in Ucraina, e me l’ero dimenticato. Proprio vero che i medici del SerT sono ormai un po’ troppo anziani e dolcemente smemorati).

Quindi, occhio. Nei pazienti finora visti l’uso di tramadolo è meno consueto, ma chissà forse potrebbe arrivare qualche caso.

Un pensiero riguardo “Alina, l’Ucraina e il tramadolo

  1. Mariagrazia Fasoli ha detto:

    Per la verità dovremmo forse preoccuparci anche del fatto che antecedenti non solo del consumo di alcol in sè (che riguarda gli adulti) ma dell’alcolismo (o come lo vogliam chiamare secondo le mode correnti) sono i traumi in età infantile specialmente nei maschi. Che non sono la DAD o altre cose del genere ma i lutti, l’aver assistito a stragi e disastri, la lontananza improvvisa e forzata dai genitori, la perdita di tutti gli amici. Questi sarebbero i target di interventi di prevenzione sensati, non i soliti intrattenimenti nelle scuole dedicati a tutta la classe (che per docenti e allievi sono pur sempre meglio di un compito di matematica) oppure ai genitori (di solito giusto quelli che non ne hanno alcun bisogno, perchè gli altri non ci vengono). Purtroppo non mi risulta che ci siano studi affidabili su come farlo. . Le poche revisioni sistematiche dei pochi studi decenti (1) oltre ad indicare una modesta efficacia sui sintomi (e basta) sono poco utili perchè, in ogni caso, c’è il problema della lingua e spesso non comprendono i bambini. Ma almeno c’è qualche indicazione all’arteterapia. Quello si potrebbe fare. (2,3, 4,5) E magari stavolta si potrebbe predisporre uno studio serio per poter fare meglio con le prossime vittime. Perchè anche le diagnosi e le terapie a vanvera possono peggiorare, e molto, la situazione di una vittima
    1) Thompson, Christopher T., Andrew Vidgen, and Neil P. Roberts. “Psychological interventions for post-traumatic stress disorder in refugees and asylum seekers: A systematic review and meta-analysis.” Clinical Psychology Review 63 (2018): 66-79.
    2) Ugurlu, Nilay, Leyla Akca, and Ceren Acarturk. “An art therapy intervention for symptoms of post-traumatic stress, depression and anxiety among Syrian refugee children.” Vulnerable children and youth studies 11.2 (2016): 89-102.
    3)) Eaton, Leslie G., Kimberly L. Doherty, and Rebekah M. Widrick. “A review of research and methods used to establish art therapy as an effective treatment method for traumatized children.” The Arts in Psychotherapy 34.3 (2007): 256-262.
    4)Barath, Arpad. “Steps to Recovery: Art Therapy and Self-Help with War-Traumatized Children. 1991-95 Croatian Experience.” International Journal of Self Help and Self Care 1.1 (2000): 5-12.
    5)Akthar, Zahra, and Andrew Lovell. “Art therapy with refugee children: A qualitative study explored through the lens of art therapists and their experiences.” International Journal of Art Therapy 24.3 (2019): 139-148.

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