Secondo decesso da fentanili documentato in Italia

Sembra si sia aperto il vaso di Pandora.

Riceviamo un’altra allerta con il solito disperante DIVIETO DI DIVULGAZIONE E PUBBLICAZIONE SUL WEB ma che un’altra volta saremo costretti a eludere per dovere etico e professionale.

È stato riscontrato un altro caso di decesso da derivati non farmaceutici del fentanil (stavolta furanilfentanil) in provincia di Varese, molto recente (giugno 2018). Per scopi di prevenzione non servono altri dettagli di cronaca.

Per i consumatori:

  1. in attesa che si rendano disponibili su tutto il territorio nazionale i test monouso per i derivati del fentanil è il caso di pensare che qualunque sostanza acquistata sul mercato illegale possa essere potenzialmente adulterata con fentanili che possono essere mortali.
  2. MAI far uso da soli, ancora peggio se al chiuso dove nessuno ti può trovare se vai in overdose.
  3. SEMPRE avere appresso il naloxone (chiedetelo al SerT, agli operatori di riduzione del danno per chi ce l’ha, o compratelo in farmacia SENZA RICETTA – costa poco). Il naloxone somministrato per vena o intramuscolo SALVA LA VITA perché fa passare l’overdose. SEMPRE COMUNQUE CHIAMARE IL 118!
  4. MAI somministrare tutta la sostanza in una volta sola. Provare una piccola quantità prima, per essere sicuri che non sia troppo forte e ti uccida;
  5. MEGLIO DI TUTTO ENTRARE IN CURA – SERT, SERD, SERDP non importa come si chiama ma è oggi il momento migliore per riprendere il controllo!

Per i sanitari:

  1. Fentanil e derivati non vengono rilevati dai comuni esami delle urine. È possibile ma poco probabile che il vostro laboratorio aziendale sia attrezzato per rilevarli. Sono in commercio striscette diagnostiche monouso per le urine (generalmente il codice è FYL) che evidenziano la presenza di fentanil e di una serie variabile di derivati – che possono cambiare secondo la marca – sia nelle urine che direttamente sulla sostanza illegale disciolta.
  2. Il vostro paziente abituato all’eroina o a dosi molto basse di sostitutivi (metadone o buprenorfina) può non essere tollerante a sufficienza se si somministra fentanili, e stare male o andare in overdose. I sostitutivi a dose corretta, eroinobloccante o anticraving, possono ridurre il rischio perché elevano il livello di tolleranza.
  3. Il trattamento di un paziente assuefatto ai fentanili non è concettualmente diverso da quello che usa eroina. Si possono usare metadone o buprenorfina con le usuali cautele: partire da dosi basse – aumentare con una certa prudenza – la buprenorfina è meno rischiosa ma non va iniziata se non ai primi sintomi astinenziali.
  4. NON fidatevi delle tabelle di conversione in mg tra vari oppioidi. Sono teoriche, non corrispondono necessariamente alla realtà perché la farmacocinetica (assorbimento ed eliminazione) di questi farmaci variano da persona a persona, secondo patrimonio genetico ed effetto delle sostanze ultimamente assunte e delle patologie intercorrenti.
    Se iniziate bassi e salite con cautela non sbagliate. Se iniziate troppo alti prima o poi sbagliate e finisce male.
  5. C’è rischio anche se il vostro paziente non assume eroina. Fuori dell’Italia capitano casi di cocaina o altre sostanze adulterate con fentanili. Invece di andare su di giri ci si collassa e si muore. Ancora in Italia non si sono documentati casi del genere, ma di questo passo non possiamo giurare che non succeda, e quindi occhi aperti e fare prevenzione e informazione corretta!

Tutti ai posti di combattimento…

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