Due articoli: dal metadone alla mindfulness

ˊRiportiamo qui ai lettori di Dedizioni due articoli del blog Psicoattivo, segnalati dall’autore Stefano Canali.

Il primo articolo riguarda la storia del metadone, prima che ne fosse riconosciuta l’utilità nella dipendenza da oppiacei. È un esempio di eterogenesi dei fini applicata alla farmacologia, fenomeno frequente dal momento che una stessa molecola trova spesso più di un recettore nell’organismo, ed una stessa attività recettoriale provoca diversi effetti, che a volte cambiano in base a dose e via di somministrazione.

Nel caso del metadone, ciò che fa cambiare tutto è la via di somministrazione. Nell’articolo troverete quel che è successo prima dell’intuizione di Dole e Nyswander. Quello che è successo dopo, lo racconteremo magari in un articolo successivo, se c’è ancora qualcuno che non sa questa storia.

http://www.psicoattivo.com/storia-del-metadone-utilizzo-nel-trattamento-sostitutivo-delle-dipendenze-da-oppioidi-sperimentazione-dipendenza-da-eroina/ 

L’altro articolo segnalato tratta di psicologia. Si parla della mindfulness, una tecnica di introspezione mutuata dal buddismo, e basata su un’osservazione quieta delle proprie emozioni, in maniera da poterle controllare, non lasciarsi travolgere, ed essere in grado di superarle. Canali dà conto di una recente metanalisi sull’uso della mindfulness nelle dipendenze. sembra che questa tecnica possa avere un ruolo soprattutto nella prevenzione delle ricadute.

Ovviamente, come per qualunque intervento (e non solo per quelli farmacologici, chirurgici, fisici etc.) anche in questo caso vi possono essere indicazioni e controindicazioni. E, perché no, reazioni avverse, come il riscontro aneddotico di stati di dissociazione di varie ore dopo particolari esercizi di mindfulness. Per questo, è sempre meglio che il paziente venga seguito da esperti e non abbandonato in un’esperienza che potrebbe essere incisiva anche in modo imprevedibile.

http://www.psicoattivo.com/mindfulness-nella-cura-delle-dipendenze/ 

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