Afghanistan Opium Survey 2016: le cifre ed un dubbio

 

Raccolta dell'oppio

 

Il 23 ottobre scorso l’UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime) ha pubblicato l’Afghanistan Opium Survey 2016, l’annuale rapporto sulla produzione di oppio in Afghanistan, il paese che produce, da solo, circa l’80% dell’oppio mondiale.

Rispetto al 2015, la produzione di oppio appare in significativo aumento in tutto l’Afghanistan, sia in termini di estensione delle piantagioni, sia di produzione, sia di produttività per ettaro. Aumentano anche le province del paese in cui si coltiva l’oppio e si riducono drasticamente le eradicazioni, che non riescono a raggiungere lo 0,2% della superficie coltivata. I dati salienti sono riportati nella tabella seguente.

 

Afghanistan Opium Survey 2016 Fact Sheet

 

Il dato più rilevante è un aumento del 43% della produzione totale di oppio, che deriva sia da un aumento dell’estensione delle coltivazioni (+10%), che della produttività per ettaro (+30%). Considerando che la quasi totalità dell’oppio afghano viene convertito in eroina e che la resa del processo di raffinazione è di circa il 10%, ciò equivale ad una produzione di 150 tonnellate di eroina pura in più rispetto al 2015, equivalenti ad almeno 500 tonnellate di eroina tagliata di ottima qualità.

L’aumento della produttività per ettaro riconosce numerose ragioni, alcune delle quali di carattere climatico ed ambientale, altre legate all’evoluzione tecnologica della produzione: quest’anno il clima è stato particolarmente favorevole e non si sono registrate epidemie di parassiti. Inoltre sono stati realizzati impianti di irrigazione avanzata (probabilmente utilizzando i finanziamenti americani per la riconversione delle piantagioni, come denunciato dagli stessi responsabili dei progetti) e sono state messe a punto tecniche di coltivazioni capaci di fornire fino a tre raccolti l’anno, anzichè uno, come era accaduto finora.

Malgrado l’investimento di quasi 8 miliardi di dollari da parte del governo americano, la produzione di oppio in Afghanistan è aumentata di 35 volte dal momento dell’invasione delle truppe della NATO. Le coltivazioni, inoltre, si vanno sempre più aggiornando e l’agricoltura di intere regioni del paese è orientata ormai quasi esclusivamente all’oppio.

Tutti questi dati disegnano un trend molto netto all’aumento ormai inarrestabile della produzione afghana di oppio, ma lasciano anche spazio a qualche dubbio.

 

Estensione delle piantagioni e produzione di oppio in Afghanistan

Se si osservano i grafici dell’evoluzione nel tempo della produzione e dell’estensione e delle piantagioni in Afghanistan, si può notare come l’anno di maggiore produzione di oppio sia stato il 2007, con 7.400 tonnellate. In quell’anno l’estensione delle piantagioni era stata di 193.000 ettari, e quindi del 5% inferiore rispetto al 2016 e pertanto la produttività per ettaro stimata era di ben 38,4 kg. Risulta difficile comprendere come mai, a fronte di condizioni climatiche favorevoli, assenza di parassiti, introduzione di impianti di irrigazione avanzata e diffusione di tecniche di coltivazione che consentono più raccolti l’anno, la produttività per ettaro del 2016 sia stata stimata in 28,3 kg, il 26,3% in meno di quella del 2007. Leggendo le survey del 2007 e del 2016 non si trova alcuna informazione a riguardo.

Al di là di qualsiasi esercitazione dietrologica e del fondato sospetto che, per motivi incomprensibili, i numeri da qualche anno a questa parte vengano stimati in basso, rimane un quadro comunque allarmante. La presenza di 500 tonnellate in più di eroina sul mercato illegale rispetto allo scorso anno, la tendenza costante all’aumento della produzione di oppio in Afghanistan, il miglioramento delle tecniche di produzione ed il sempre maggiore coinvolgimento della popolazione afghana nell’economia dell’oppio sono segnali inquietanti e, comunque la si voglia pensare, obbligano ad un ripensamento sull’efficacia delle strategie adottate finora.

Dal nostro punto di vista di operatori, occorre essere sempre più consapevoli che il nostro Paese non potrà restare immune dalle conseguenze di questa evoluzione: le notizie che sempre più spesso compaiono sui giornali sulla riduzione drastica del prezzo dell’eroina altro non sono se non la conseguenza diretta della sua sempre maggiore disponibilità sul mercato illegale. Così come le notizie della ripresa delle overdose, che da qualche settimana affligono alcune aree del Paese, si potrebbero interpretare come l’arrivo dei primi carichi della produzione 2016. Perchè, come ci ricorda la letteratura, non esistono studi che siano riusciti a dimostrare una correlazione fra purezza dell’eroina circolante e numero di overdose ed è molto più ragionevole pensare che, se i decessi aumentano, è perchè di eroina ne giri tanta.

Un pensiero riguardo “Afghanistan Opium Survey 2016: le cifre ed un dubbio

Lascia un commento