“Ancora Cobret”

Sul nostro blog mi sono ritrovato a leggere un articolo che trattava “dell’eroina fumata”. Immediatamente nei miei ricordi è apparso quel distinto Signore che tanto a tutti noi ha dato sotto tutti i punti di vista: esempio di vita, cultura, disponibilità, attenzione su tutto quello che si muoveva a livello nazionale e internazionale, ecc. Per innumerevoli anni a capo del Bollettino Farmacodipendenze e Alcolismo, è stato il motore e il riferimento di molti professionisti del settore e ha fatto il trait d’union sia tra i Servizi italiani che con il resto del mondo, sto parlando del compianto Carlo Vetere. La cosa che mi stupisce che a distanza di 15 anni dall’articolo [Boll. Farmacodip. e Alcoolis., XXIV (3) 2001], più gli anni per la ricerca siamo alla prese con questo, che già all’epoca definimmo uno nuovo stile di consumo. Non voglio cambiare nemmeno una virgola dell’articolo precedentemente pubblicato sul Bollettino di allora, perché penso che l’articolo sia ancora attuale, con la speranza che finalmente si faccia chiarezza su questo argomento, grazie soprattutto all’articolo di Salvatore Giancane che ha riportato in evidenza l’argomento e con la speranza che si possa integrare con lo stesso, perché nonostante tutto molto credenze e informazioni, che per usare un eufemismo definisco “fantasiose” circolano in rete” sull’argomento.


 LUIGI STELLA*°, ASSUNTA MAGLIONE*, FERDINANDO ESPOSITO°, SABATINO MAIONE°

*Dipartimento di Medicina Sperimentale, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Seconda Università degli Studi di Napoli; °Servizio Tossicodipendenza A.S.L. ex NA/4

Recentemente i mass media hanno presentato alcune sostanze d’abuso tra cui l’ecstasy, le amfetamine, LSD come “Nuove droghe”. Informazione senza alcun riferimento alla realtà; infatti la più giovane delle sostanze citate ha superato i cinquant’anni. Ancora recentemente, nella nostra regione (Campania), si parla di una nuova sostanza che sarebbe appena arrivata sul mercato clandestino, consumata dalla popolazione giovanile il Cobret. E’ stata definita la droga dei poveri per il suo basso costo. Alcuni sostengono che è un sottoprodotto dell’eroina, uno “scarto” dell’eroina e che sarebbe un fenomeno tutto napoletano (forse solo il nome è napoletano). Che sia un sottoprodotto dell’eroina, uno “scarto” dell’eroina, non si capisce bene cosa si voglia intendere; esiste l’eroina ma non esistono né i sottoprodotti ne gli scarti. Pertanto, il Cobret è eroina.

Il Cobret è consumato dalla popolazione tossicodipendente da diversi anni; infatti in alcune aree di competenza della nostra A.S.L., per esempio Somma Vesuviana (NA), il consumo di questa droga è largamente in uso, già da 7-8 anni. Attualmente, il consumo di Cobret coinvolge una larga fascia di giovani di tutto il comprensorio dell’A.S.L. NA/4. Non è neanche vero che è un fenomeno napoletano, perchè tale sostanza è largamente consumata in altre città del nord del paese e in diversi paesi della UE come Germania e Spagna.

Sembrerebbe che il Cobret sia stato importato in Italia dai Magrebini; in Campania è anche chiamata “la roba del mare”, riferimento puramente geografico intendendo la zona da Castelvolturno a Mondragone in provincia di Caserta. Ciò indurrebbe a pensare che il suo basso costo sia dovuto all’apertura di “nuovi” mercati e di “nuovi” corrieri della droga. Successivamente, anche la camorra fiutando il business è entrata nell’affare.

Il Cobret si presenta in polvere di colore beige avvolto in bustine di cellophane, (da qui il nome pallina) la cui estremità viene termosaldata, ed è singolare come viene nascosta dai spacciatori Magrebini, è trattenuta in gola ed al momento della vendita della dose viene fatta scivolare fuori.

Il Cobret viene inalato e in pochi casi è anche utilizzato per via endovenosa previa aggiunta di acido citrico o limone, perchè poco solubile. Ciò suggerirebbe che questo tipo di eroina venga tagliata con il bicarbonato di sodio, in modo analogo alla cocaina cloridrato per ottenere il crack, anch’essa fumata. La droga viene inalata riscaldando la polvere su carta argentata (mettendo la polvere sul lato opaco della carta e il lato lucido a contatto con il fuoco, leggermente inclinata), che bruciando, poco alla volta libera un fumo che sale a spirale (come un serpente), il quale viene aspirato con la bocca mediante una cannuccia. In alcuni casi la polvere viene messa a striscia nello spinello e il tutto viene fumato (questa è un’abitudine dei Magrebini). Quindi sembra, che il nome Cobret provenga da Cobra, in relazione al fumo che sale a spirale e avvolge come il serpente.

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Gli effetti sul sistema nervoso centrale sono proprio quelli dell’eroina, euforia, sedazione, sonnolenza, miosi, ecc. Induce rapidamente tolleranza e dipendenza (Mattox e coll., 1997) probabilmente perchè la quantità di principio attivo, diacetilmorfina (eroina) è abbastanza alto. Infatti, i consumatori di Cobret riferiscono all’interruzione dell’assunzione una crisi di astinenza intensa sia con un fortissimo craving che con disturbi fisici già noti, tra cui dolori diffusi, senso di caldo e freddo, pelle d’oca, nausea e/o vomito, diarrea, insonnia ecc. (Jaffe, 1990).

Quindi, appare evidente che non si tratta di una nuova droga, bensì di una ben conosciuta droga per gli effetti devastanti che ha sull’uomo. Rappresenta solo un modo “nuovo” di consumarla, che fa di questa droga una sostanza pericolosissima. Infatti, sia per il suo basso costo che per il modo di assumerla erroneamente è paragonata ai derivati della cannabis (spinello), non immaginando che invece si assume eroina con i suoi pericolosi effetti.

Comunque, per completezza di informazione bisogna dire che numerosi dati in letteratura (Cousins e Bentall, 1989; Jenkins e coll., 1995; Chatterjee e coll., 1996) indicano che il consumo di eroina attraverso la via inalatoria (fumata) è una pratica in uso già da diversi anni sia negli Stati Uniti che in Australia, Africa e Europa. Ciò che deve essere chiaro a tutti, è che l’eroina indipendentemente dal modo in cui è assunta, iniettata endovena, sniffata, fumata (Cobret) produce gli stessi effetti (Cousins e Bentall, 1989; Chatterjee e coll., 1996; Mattox e coll., 1997; Cone, 1998) e lo stesso grado di dipendenza, sfociando in uno stato di tossicodipendenza con gli stessi effetti neurobiologici e comportamentali.

In conclusione, possiamo affermare che non ci troviamo di fronte ad una nuova sostanza, bensì ad una nuova tendenza dei giovani del nostro territorio di consumo dell’eroina che come abbiamo detto è pericolosissima proprio perchè c’è poca informazione su che cosa sia e quindi sugli effetti di tale droga.

 

Bibliografia

1) Chatterjee A., Uprety L., Chapagain M. and Kafle K. (1996): Drug abuse in Nepal: a rapid assessment study. Bull. Narc, 48 (1-2), 11-33.

2) Cone EJ. (1998): Recent discoveries in phatmacokinetics of drug of abuse. Toxicol Lett, 28, 102-103.

3) Cousins P. and Bentall R.P. (1989): Heroin users’ careers and perceptions of

drug use: a comparisons of smokers and injectors in the Mersey region. Br J Addict, 84 (12), 1467-1472.

4) Jaffe J.H. (1990): Drug addiction and drug abuse, p. 552-573. In: Gilman A.G., Rall T.W., Nies A.S. and Taylor P. ed. <<The Pharmacological Basis of Therapeutics>> New York, Pergamon Press.

5) Jekins A.J., Oyler J. M. and Cone E.J. (1995): Comparison of heroin and cocaine concentrations in saliva with concentrations in blood and plasma. J Anal Toxicol, 19 (6), 359-374.

6) Mattox A.J. and Carrol M.E. (1996): Smoked heroin self-administration in rhesus monkeys. Psycopharmacology, 125 (3), 195-201.

7) Mattox J., Thompson S.S. and Carrol M.E. (1997): Smoked heroin and cocaine base (speedball) combinations in rhesus monkeys. Exp Cli Psychopharmacol, 5 (2), 113-118.

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